Sono tante e sempre diverse le sensazioni che si riportano a casa dopo un viaggio di andata e ritorno nella lontana Licata, alla corte di Pino Cuttaia, eminenza consolidata della grande gastronomia italiana. La semplicità, la dedizione, l'estro tecnico dello chef e la sua immensa conoscenza della materia prima restano ingredienti unici e inimitabili e la proposta de La Madia è ancora legata alla voluta funzione evocativa ed emozionale del cibo, ma, già da alcuni anni, il cuoco siciliano ha aggiunto nuovi contenuti e un nuovo punto di vista: riconoscere sempre più al cibo il suo valore sociale e culturale.
Così, alla grande bontà dei classici come la Pizzaiola con funghi porcini, gustoso merluzzo all’affumicatura di pigna, e come il suggestivo Memoria visiva, alalunga con olio e limone, trovano posto idee inedite e stimolanti come la Coda di tonno brasata, piatto di ricerca sulla materia prima e inno alla sostenibilità, e l’ultima versione della Crème brulée di polpo, piccola riflessione sulla pelle: pelle del polpo croccante e crema di cavolfiore con il polpo, sublime, sembra una cassata: terrina di mortadella, lardo di calamaro, mostarda di cremona e pistacchio, servita con una piccola rosetta (per celebrare pane e mortadella) e rosolio di mandorle e agrumi ad arrotondare con un sapor di marzapane il lardo di calamaro.
La cultura è un punto di vista in più della cucina di Pino Cuttaia e, meglio, come disse Antonio Gramsci, “la cultura è una conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere il proprio valore storico e la propria funzione nella vita”.
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classe 1974, sommelier e degustatore di caffè, alla costante ricerca di cieli azzurri e nuove gastronomie. Nato a Vico Equense e cresciuto a Castellammare di Stabia, epicureo di cuore e palato, vive e scrive a Palermo, ma mangia e beve ovunque. Collaboratore di Identità Golose dal 2016