Appena si pensa di aver compreso pienamente il pensiero culinario di Salvatore Tassa, lo chef è pronto a sovvertirlo per passare al quadro superiore. Così è anche quest’anno: nella scorsa edizione chi scrive era stata conquistata dal suo percorso per giungere al centro del gusto attraverso la scarnificazione della materia come il profumiere di Suskind. Oggi Salvatore fa un salto mortale all’indietro e ritrova le sue radici attraverso i racconti dei produttori del suo territorio e attraverso quelli fissati nella propria memoria: insieme costituiscono le fondamenta della saggezza gastronomica che genera i piatti del suo menu, fortemente identitari.
L’incontro tra questi interlocutori genera la forza del pensiero d’avanguardia che, secondo lo chef Tassa, è data dall’unione di due elementi: la consapevolezza degli anziani da una parte e la potenza dei giovani dall’altra. Il gioco culinario diventa costruire su tali valori le basi di una nuova tradizione contemporanea che muta nel tempo costruendo il racconto nel piatto. In quest’ottica la transumanza, cioè il viaggio di ricerca, cambia l’individuo che conosce genti, culture e cucine, arricchendosi di esperienze e di vita.
Giornalista, da oltre 20 anni si occupa di comunicazione enogastronomica, alberghiera, travel e di eventi. Ha scritto per L'Espresso ed è docente per scuole di specializzazione post lauream.
Giornalista, da oltre 20 anni si occupa di comunicazione enogastronomica, alberghiera, travel e di eventi. Ha scritto per L'Espresso ed è docente per scuole di specializzazione post lauream.