Fa impressione apprendere che dove ora giace - con tutta probabilità - il miglior ristorante di pesce di Verona, in passato si vendessero damigiane di vino. Simone Lugoboni, titolare e cuoco di questa insegna posta su un vicolo del centro, elegante ma non inaccessibile, non nasconde le origini ma stuzzica ricordandone fasti e trascorsi. “Sapete perché si chiama Oste Scuro?”
Fa lo stesso per le materie prime: non c’è piatto in cui Simone o uno dei suoi spigliati collaboratori trascurino la storia e la provenienza del prodotto. E qui ce n’è da raccontare.
La qualità eccelsa del pescato è il punto focale: lo scelgono dai nostri mari (dai mercati di Chioggia, Venezia, Cagliari) mentre ostriche, caviale e astice vengono selezionate dalle rispettive patrie d’oltreconfine. Qui si trova l’introvabile, vien da dire scorrendo la carta delle ostriche o del caviale, ma c’è anche una fine capacità di incrociare il pesce alle primizie italiane, come l’aglio nero, il tartufo bianco d’Alba, l’origano di Pantelleria.
Non troverete mai un eccesso nella composizione del piatto e nell’abbinamento, ma al contrario garbo e ottima gestione delle cotture, anche nei pesci di taglia più grossa.
Una cantina ricca di bollicine e bianchi francesi, italiani e tedeschi dà il degno supporto a una cucina solida, che non delude mai. Nella bella stagione si mangia nei tavoli all’aperto della corte interna e c’è anche una piacevole veranda, sempre interna, che guarda sul giardino.
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Tavoli all’aperto
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articolo a cura degli autori Identità Golose