Al confine italo-sloveno, nel Collio dei grandi vini bianchi, la famiglia Sirk ha portato ai massimi livelli la cucina di campagna, con uno sguardo alla tradizione e un altro alla ricerca di nuovi modi di valorizzaregli ingredienti: selvaggina, delizie dell’orto come la Rosa di Gorizia o pesci d'acqua dolce come trote marmorate, salmerini, lucioperca, temoli, persici reali, anche in abbinamento alla carne selvatica, "un gioco che si sposa bene - a detta dello chef - una scoperta cominciata con le uova di trota".
Passata di padre in figlio, oggi insieme a Josko Sirk e alla moglie Loredana c'è la nuova generazione, i figli Mitja e Tanja, e il marito di lei Alessandro Gavagna, chef di lungo corso, interprete di una cucina che esalta la semplicità e la qualità della materia prima, con piatti dagli ingredienti ben riconoscibili, abilmente combinati con tecnica “leggera”, che altera il meno possibile.
Ad esempio i “Girini” sono “goccioline” di pasta fresca servite in un contenitore di vetro con un condimento di stagione (esempio porcini, zucchine e fiori di zucca): una reinterpretazione della pasta butada dei vecchi contadini, qui però resa più densa con un incremento di farina e con l’aiuto di uno scolapasta colato in acqua per dare la forma. Naturalmente è di grande importanza anche la cantina, curata e selezionata dal giovane Mitja, con molto territorio e verticalità d’annata.
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Ristorante con camere
articolo a cura degli autori Identità Golose