Bussare alla sublime porta per immergersi in uno spazio di charme impreziosito da candele, fiori freschi, lampade, sofà. Ad accogliere gli ospiti nella sua proverbiale elegante mise e dalle maniere raffinate c’è Antonello Magistà, ovvero il Pashà. A tenergli il passo Riccardo Giliberti, giovane maître che sembra uscito da un film della nouvelle vague e pronto a testimoniare con la verve di una nuova generazione il valore della sala, indispensabile trait-d’union con la cucina. Bravo da aver guadagnato la fiducia e le chiavi della ricca cantina e saper parlare di vini senza dogmi ma con mestiere, proprio come Magistà insegna, e gli abbinamenti sono tutti corretti.
I piatti portano i segni del rigore e della grande tecnica di Antonio Zaccardi, mani ricche di gavetta dopo gli anni trascorsi a Piazza Duomo spalla a spalla con Crippa e tanta voglia di rimettersi in gioco. Il suo è uno stile che punta alla semplicità, che si sottratte agli eccessi lasciando nitidi i sapori degli elementi primari. Il Riccio con gelato alle mandorle e caffè è un godurioso loop dal quale a fatica ci si vuole liberare; o la Zuppa di gamberi bianchi di S. Stefano con cetriolo peperone, avocado e scalogno sono un omaggio al Mediterraneo, alle sue contaminazioni e ai suoi infiniti profumi di mare e ai sospiri delle terre che bagna.
La Panna cotta con gamberi e limone, e la granita di fico d’india mandorle e tè matcha sono le buonissime coccole finali di Angelica Giannuzzi.
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Tavoli all'aperto
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inquieto cantastorie di vini e cibi di periferia, nello zaino porta sempre cavatappi, penne e Moleskine. Il suo motto è prosit e serenità, poi ha solo vizi