Kanton è ormai da qualche stagione uno di quei ristoranti cinesi che mette d'accordo tutti. Chi è alla ricerca di sensazioni fusion senza troppa aggressività e chi invece richiede dall'esperienza un tocco in più, uscendo dai clichè del locale asiatico e sicuramente dai mix improbabili che uniscono più culture. Weikun in questo sa il fatto suo è non si è mai discostato da un linea che permette di esplorare in un ambiente elegante, ma al tempo stesso abbordabile, molte sfumature.
Come nel caso dello Siumay di Hong Kong, ovvero tre ravioli di gamberi, carne e shitake, dei Dan Dan noodles del Sichuan con salsa piccante, dei Baozi al vapore al cavolo cappuccio, pancetta e curcuma fresca. Il menù, non troppo esteso ma con alcune sfiziosità, punta sul pesce declinato in più versioni (anche le Pappardelle di riso con granseola) e anche gli ortaggi esotici hanno il loro spazio, partire dal pak choi. Griglia, vapore, marinature, derive agrodolci, affumicature a freddo, cottura con il cannello.
Alle spalle di ogni preparazione all'apparenza semplice c'è una cultura millenaria spiegata con dovizia di particolari dallo stesso cuoco in sala. Dove, come sempre, si muove la simpatica moglie Meiling, prontissima nel suggerire, se non ci si lancia sull carta dei vini, un pairing con ottimi te: ed è la bevanda che forse meglio di altre pemette di vivere le tante sfumature dei piatti.
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giornalista per riviste di turismo ed enogastronomia italiana, ama le diverse realtà della cucina internazionale e viaggiare