La magia del locale viene percepita salendo la scala che porta nelle sale del ristorante. La storia ispira lo chef Massimiliano Alajmo e la sua squadra, e il menu rivisita i pranzi rinascimentali veneziani. Dalle ampie vetrate si gode della vista della splendida piazza San Marco, mentre l'ambiente trasmette il calore volouto dall'archistar Philippe Starck.
La brigata di cucina opera in sintonia perfetta con la squadra della sala, volendo trovare un paragone si potrebbe pensare a un'orchestra con due primi violini (Silvio Giavedoni e Sergio Preziosa) tra i fornelli, mentre Giovanni Alajmo e Stefano Munari dispensano spiegazioni e consigli, coadiuvati dal giovanissimo Lorenzo Palma.
Il menu è suddiviso in quattro atti, ognuno con preparazioni e sfaccettature superlative, tutte basate sulla laguna e il territorio circostante. Nel primo atto arrivano i quattro piatti dell'antipasto, composto dall'orto di Sant'Erasmo, Carpaccio di tonno con radicchio di Chioggia, Tartufo bianco e salsa di ventresca. Non manca il "Cappuccino di laguna" un classico di Alajmo, in questo caso con gocce colorate a far sembrare una murrina il delizioso piatto. Si conclude con la Bruschetta di carne di vitello battuta alle erbe. Nel secondo atto primeggia il Risotto di Gò (ghiozzo in italiano) con sorbetto di carciofi, e splendido è il Germano con gelsi neri e angulla affumicata. La pipa alla frutta fa da prologo ai dessert supergolosi.
La carta dei vini è imparegiabile grazie agli abbinamenti proposti dai sommelier.
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per lungo tempo redattore del Messaggero Veneto, divide la sua passione tra gastronomia e aviazione, soprattutto le Frecce tricolori