Onorare l'orto e la riva. Lo chef Alfonso Caputo prosegue vento in poppa a lavorare per la transizione sostenibile della Taverna del Capitano, mosso dalla dedizione per il prodotto locale campano che da sempre lo contraddistingue. È bello sentire il suo profondo rispetto per una terra che tutto ha dato a lui e alla sua famiglia e a cui, in cambio, ha offerto la sua intera vita.
Il cuoco si è messo al servizio per dare voce al patrimonio culturale e alle attività produttive di prossimità: i pescatori, i coltivatori, gli allevatori, i produttori per lui non sono aziende ma persone per cui nutre sincera gratitudine e da cui riceve l’energia per dare vita a piatti unici che siano espressione di questa realtà e, come tali, si imprimono a fuoco nella memoria dell’ospite insieme alla vista delle meravigliose scogliere.
In questa direzione la famiglia e, in particolare, la sorella/sommelier Mariella Caputo, procede compatta, sostenendo da sempre un’economia circolare ed etica. Cosa rende grande questa famiglia? La sua capacità di evolversi e di non accomodarsi mai sugli allori, continuando a rimanere sulla cresta dell’onda.
articolo a cura degli autori di Identità Golose
(nella foto: "Ravioli alle erbe e rapa bianca" di Antonia Klugmann, piatto simbolo del congresso di Identità Milano 2024)
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Ristorante con camere
Tavoli all’aperto
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articolo a cura degli autori di Identità Golose
(nella foto: "Ravioli alle erbe e rapa bianca" di Antonia Klugmann, piatto simbolo del congresso di Identità Milano 2024)