L'anno scorso la famiglia Alajmo ha deciso di celebrare i trent'anni di ininterrotta terza stella Michelin con una serie di pranzi e cene nelle quali Massimiliano ha riproposto i piatti che hanno fatto la storia de Le Calandre e che, ovviamente, sono usciti dalla carta nel tempo (e da tempo) ma sono rimasti impressi nella memoria degli affezionati.
Ma la bellezza de Le Calandre non è solo la straordinaria e spesso geniale cucina del più giovane cuoco della storia ad ad essere diventato tristellato, la bellezza e la cura degli ambienti, ma ancora di più un'umanità che dal "Mozart dei fornelli" a papà Erminio, da Raf il manager a mamma Rita fino alla sorella Laura, per non parlare del servizio di sala, ne fanno un luogo nel quale si entra la prima volta con inevitabile soggezione (siamo o no in un tempio della cucina italiana contemporanea?) e si esce come dopo una serata passata a casa di amici. Dopo aver assaggiato una cucina complessa eppure accogliente anche per i palati meno allenati, dove il gusto prevale su tutto e il rispetto per il cliente è ai massimi livelli.
Qui non si mette alla prova nessuno, qui le papille gustative non si sfidano ma si conquistano, con amore. Da sempre. Sia con i numerosi, grandi classici ormai diventati storia, sia con le creazioni più recenti (dal Cappuccino di Murrina alla Mozzarella di Mandorla, appena rientrata in menu), sia - infine - con gli ultimi arrivati: Carciofo, Canocchie, Calamaretti spillo alla brace con uovo strapazzato o i Paccheri con pummarola al caffè.
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veneziano, giornalista, una vita professionale dedicata allo sport da inviato (e adesso da appassionato e tifoso della squadra della sua città), cura dal 2008 "Gusto", la pagina di enogastronomia del Gazzettino di Venezia, e coordina "Cibi, Vini & Piaceri", l'inserto mensile dello storico quotidiano veneto che racconta il territorio attraverso prodotti, ristorazione, chef, enologia.