Paolo Lavezzini ha mostrato di possedere la stoffa del vincente. Non perchè ci fosse da dubitarne, ma l'eredità che aveva raccolto non era di quelle più semplici. Ma come in una vecchia partita di qualche anno fa, "l'oriundo italo brasiliano" ha fatto gol! Paolo Lavezzini, che oriundo non è, ma che pare abbia militato in squadre giovanili, ci perdonerà per il simpatico paragone calcistico, ma era per dare l'idea del fuoriclasse dal sapore "brasileiro". Lui stesso difatti si definisce: "cuoco dal cuore italiano ma dall'anima brasiliana".
Nella cucina del Palagio fra i protagonisti sono la stagionalità delle materie prime, perché secondo Lavezzini: " troppo spesso capita di dimenticarsi dei sapori importanti, in grado di richiamare alla mente ricordi e tradizioni". Tutte le esperienze che uno chef matura nella sua carriera lasciano un segno, e un decennio passato in Brasile gli ha fornito un importante background culturale, perché ho avuto modo di vivere il Brasile dei brasiliani. Una gastronomia contemporanea, che parte dal rispetto della materia prima, con un tocco tropicale: dove ci sono frutta, peperoncino e acidità.
Ma c'è tanta Italia, anche l'Emilia nella cucina dello chef: nel menu non potrà mai mancare la pasta fresca come le tagliatelle. Piccoli produttori di eccellenza, ad esempio il macellaio Fracassi. Uno dei servizi di sala fra i migliori provati. Sorridenti i ragazzi del Palagio e attenti ai bisogni del cliente. Cantina adeguata ma non banale condotta con bravura da Walter Meccia.
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Ristorante con camere
Tavoli all’aperto
autore e conduttore televisivo e radiofonico, uno di quelli colpevoli di aver riportato il cibo in tv nell'era corrente. Ama molto la cultura, la storia e il costume, non solo in ambito gastronomico. La fotografia è una delle sue passioni attuali