Nel momento in cui scriviamo, inizio marzo 2021, Il Palagio, insegna ammiraglia del Four Seasons - una stella Michelin da un decennio - è temporaneamente chiuso nella sua sede tradizionale. Ma è possibile ordinare dalla stessa carta seduti all’Atrium accanto, il bar in cui il mixologist Tommaso Ondeggia aprirà magari le danze con un’infilata galattica di Negroni, vanto della città.
Poi arriveranno i piatti del lucano Vito Mollica, una delle menti più lucide della ristorazione d’hotel italiana, quasi sempre alle prese con la gestione di centinaia di ragazzi ma che pure trova il tempo di scorrere le pagine tra i libri di cucina tra le incombenze gestionali quotidiane. Dall’ultimo menu degustazione ricordiamo una splendida versione invernale della trascurata e complessissima Cima alla genovese, la çímma cantata da Fabrizio De Andrè, specialità popolare che qui ascende a connotati regali.
O il Risotto ai crostacei e champagne, con scampi e gamberi cotti e serviti separati dal riso per non comprometterne la consistenza. Per non dire di un’inenarrabile Bistecca di Chianina alla Bordolese, cioè cotta al vino rosso con scalogno, midollo e tartufo nero, porzionata e servita al tavolo dallo stesso cuoco. Si chiude con un magnifico Lingotto alla nocciola pralinata e gelato al vin santo.
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laurea in Filosofia, coordina i contenuti della Guida ai Ristoranti di Identità Golose dalla prima edizione (2007), collabora con varie testate e tiene lezioni di gastronomia presso scuole e università. Nel 2020 ha scritto con Cesare Battisti "Cucina Milanese Contemporanea" (Guido Tommasi editore)
Instagram @gabrielezanatt
Vito MollicaMimosa 2016