Annie Féolde e Giorgio Pinchiorri hanno istituito un sodalizio mitico, quello dove s'è consumata la nascita dell'alta cucina italiana. Un ristorante che ha fatto scuola secondo due direttrici parallele e parimenti importanti: una cucina raffinata ma risolutamente di mercato e una cantina semplicemente leggendaria, impressionante per profondità, spessore, numeri e perizia filologica. Chiaramente, con queste premesse anche la sala, affidata dal 1995 alle raffinate cure del direttore e sommelier Alessandro Tomberli, non poteva essere da meno.
Un esempio? Questo è uno dei pochi ristoranti al mondo dove, ai mancini, è riservata una posateria personalizzata, come accade anche ai clienti più cari, che invece hanno la propria, incisa delle rispettive iniziali. Tutti i piatti sono poi forieri di una bellezza rinascimentale, oggi anche più audace e creativa del solito, a partire dai più golosi - come l'irresistibile sugo di gallina in tegame - fino ai più raffinati, solitamente rappresentati da una magnifica cacciagione, proposta in più servizi.
Perché sin da quando Annie Féolde componeva i primi amuse-bouche all'Enoteca Pinchiorri, le cui cucine sono oggi affidate alle cure di Riccardo Monco e Alessandro Della Tommasina, il piatto è ancora concepito come un manufatto di spessore artistico e culturale in grado di leggere il presente senza mai prescindere dal passato. Il tutto, incastonato in un menu liquido e sartoriale, appositamente studiato per esaltare ogni occasione e celebrare il pasto nella sua ellenica - e dunque classica - antica accezione: quella del simposio.
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Tavoli all'aperto
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folli amanti dell’alta cucina, in totale sono una ventina, sempre alla ricerca di emozioni. La causa? Un’irresistibile Passione Gourmet