Villa Petriolo è un piccolo-grande progetto visionario, l'idea di innestarsi nel futuro recuperando un modello illustre e antico, una dimora medicea del 1500 con appezzamento di 173 ettari che torna a essere una tenuta agricola dedita all’autoproduzione totale, qui si allevano capre, agnelli, pollame e maiali di Cinta Senese, vengono prodotti olio e vino, coltivati grani antichi oltre che ortaggi, persino il miele è "della casa". Ci sono ovviamente le camere per gli ospiti, c’è la Spa, c’è un ristorante (anzi due: uno più semplice, Osteria di Golpaja, l’altro gastronomico, ed è quello del quale parliamo qui) affidato alle cure di Stefano Pinciaroli.
L'assaggio a tavola conferma il buono e il bello che animano l'intera impresa. La cucina di Pinciaroli è schietta ma non ruvida; golosa ma mai banale. È puro inno alla toscanità rivista in forme e tecniche contemporanee, si fa forte della materia prima maison eccezionale (tanto al Ps quanto al Golpaja, dove ci siamo concessi una Rosticciana di Cinta Senese laccata al miele da urlo), seduce fin dagli appetizer, che poi sono una sorta di riassunto dei piatti storici dello chef, uno migliore dell'altro.
classe 1974, giornalista professionista, si è a lungo occupato soprattutto di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa esattamente l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta sui viaggi e sulla buona tavola. Caporedattore di identitagolose.it
+393880743062
Tavoli all’aperto
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classe 1974, giornalista professionista, si è a lungo occupato soprattutto di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa esattamente l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta sui viaggi e sulla buona tavola. Caporedattore di identitagolose.it