Alessandro Narducci

Foto Brambilla-Serrani

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Acquolina

Via del Vantaggio 14, Roma, +39.06.3201590

Il 22 giugno 2018 Alessandro Narducci  si è spento per un tragico incidente stradale.

L’oratoria dei romani è così, procede per motti definitivi e ironia che quasi sempre porta uno strascico di morale come una sposa d’altri tempi. «Io so’ da bosco e da riviera, come devo dì?». Così Alessandro Narducci, cuoco classe 1990, per dire che il cuore gli è rimasto semplice, da ragazzo di borgata anche adesso ch’è di casa a piazza del Popolo oltre che socio alla pari di Acquolina con Angelo Troiani, signore di lungo corso della ristorazione capitolina e suo maestro.

Il ristorante stellato ha traslocato dalla collina Fleming a via del Vantaggio, guadagnandoci non solo in toponomastica. E ha raddoppiato con Acquaroof, il fish bar sulla terrazza panoramica in cima a The First Luxury Art Hotel da cui la città si svela nella sua bellezza spudorata come una Maja desnuda. 

Da ragazzetto preparava la cena a mamma e papà di ritorno dal lavoro. «Io so’ contento se faccio contenti gli altri, è il segreto del fare bene il nostro mestiere. Quando capì verso dove spingeva la mia curiosità, mia madre mi iscrisse a un corso di sommelier. È stato attraverso quello che ho educato il mio palato, ma anche imparato storia e geografia». È così che Alessandro Narducci si iscrive all’Università e torna a casa orgoglioso non col diploma di laurea, ma con un contratto da cuoco all’Hilton.

«Entrai in quella cucina e mi ritrovai in uno strano paese dei balocchi, di fronte a un’armata di giacche e toque diverse a seconda del ruolo. Ero entrato in un altro mondo». È lì che incontra Gianni Fella, sous chef di casa nel cinque stelle. «Calma zen in un mondo di guerresco, pulizia, eleganza. Così si fa, capii. Mi parlava di cucina e del Convivio, dove aveva imparato il mestiere. Finché decisi: voglio andare a studiare dal maestro del mio maestro».

Anno domini 2011. Ha 21 anni quando si presenta al civico 31 di vicolo dei Soldati. «Angelo è un cuoco vero. Che voglia dire eccellenza l’ho imparato da lui: il pecorino di Fossa, le erbe di montagna. Non alza mai la voce, non ne ha bisogno. L’autorevolezza è un’altra cosa. Se con Fella ho indossato la prima vera giacca bianca, è Angelo Troiani che mi ha messo la toque».

Il giovane Narducci sogna la Pergola, l’ambizione brucia insieme al desiderio di girare il mondo e fare esperienza. È il 2014 quando da sera a mattina fa un biglietto di sola andata per gli Emirati, destinazione Dubai, con le truppe in partenza per il Social di Heinz Beck. Troiani lo lascia andare ma avverte: «Tempo un anno, tu torni qui, scommetti?». Così è stato. 

Nel 2015 Alessandro Narducci rientra dall’ingresso principale di casa Troiani: la giacca in serbo per lui è quella da executive di Acquolina. Cucina semplice, mano elegante, legata stretta alla memoria dei luoghi, ai ricettari di Carnacina declinati al presente. 

Materia povera, servita al centro della scena capitolina. Un piatto di “bosco e di riviera”, tornando a bomba. Su queste basi si è cementato il rapporto con Angelo Troiani, che ad aprile 2017 è diventato un patto societario fra allievo e maestro. 

Ha partecipato a

Identità Milano


a cura di

Sonia Gioia

Cronista di professione, curiosa di fatto e costituzione, attitudine applicata al giornalismo d’inchiesta e alle cose di gusto. Scrive per Repubblica, Gambero rosso, Dispensa