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Guida ai ristoranti d'autore in Italia e nel mondo con i premi alle giovani stelle

Piluccare a tutte le ore: il boom di Buenos Aires

di Sorrel Moseley-Williams
I salumi di El Preferido de Palermo, Jorge Luis Borges 2108, +541147746585

I salumi di El Preferido de PalermoJorge Luis Borges 2108, +541147746585

Buenos Aires è il paradiso dei piluccatori [grazer, ndt]. Proprio come gli Aberdeen Angus che si rimpinzano nelle pampas della Capitale, così i foodlover possono godersi gli interessantissimi indirizzi che punteggiano l’intera città. I porteños, gli abitanti di Buenos Aires, sono animali sociali: si parte con colazione a base di caffè e dolcetti, poi un giro di yerba mate per riprendere le energie prima di divorare bistecca e insalata, all’ora di merenda (o del tè) sgranocchiano carboidrati, un brindisi all’aperitivo e infine cena alle 21. Nel mio scenario ideale bisognerebbe immergersi nella cultura gastronomica della città, in ogni suo angolo, iniziando presto per addentrarsi in una moltitudine di indirizzi che aprono a cadenza settimanale.

Un decennio fa, erano pochi gli alimenti base in città: manzo, pasta, milanesa e basta. Oggi i menu sono più esotici, con un ritrovato amore per le origini degli ingredienti o per i piatti tradizionali, nonostante le problematiche economiche di avviare (qualsiasi tipo di) attività qui. Ma, grazie alle migrazioni dal nord del continente e a un’ondata di giovani chef e bartender che hanno collezionato esperienze in Argentina e all’estero, conformarsi ai canoni di cucina locale per assicurare il successo di un’attività non è più la regola.

Un altro boom più recente, soprattutto nel post-pandemia, ha spostato il centro tradizionale della vita notturna. Chacarita, quartiere dove ho vissuto per dieci anni, svetta per l’offerta gastronomica, assieme a Nuñez, Colegiales e Villa Crespo. La bellezza di questa città fluviale e pianeggiante è quella di essere percorribile facilmente. Significa che non occorre far fatica per spostarsi da un bar a un ristorante.

Don Niceto
Niceto Vega 5255, +541147778534
Più stamberga della carne che vera e propria steakhouse, Luis è lo showman di questa griglia in un luogo low profile, con tende in plastica tra i vicini e raffinati caffè e ristoranti di Palermo Soho. L’entraña (diaframma) è magnifica, da provare anche le tenerissime chinchulínes (trippa) che vengono prima lasciate ammorbidire nel latte.

Anchoita Cava
Wine bar, fratello minore del rinomato ed eponimo ristorante, che controbilancia con un’ampia gamma di vini e formaggi. Con più di 50 vini al calice, oltre 110 formaggi e salumi affinati in proprio, è un indirizzo che frequento regolarmente per provare le novità o le annate del Vecchio Mondo a prezzi ottimi e scambiando qualche parola con i sommelier.

Atelier Fuerza
Francisco Seubert ha fatto centinaia di prove prima di esser soddisfatto dei suoi impasti fermentati, ma il panettiere ha raggiunto la perfezione, come dimostrano le sue 10 panetterie a Buenos Aires – aperte negli ultimi 5 anni. Le sue Dalì medialuna – chiamate così perché hanno la forma dei baffi dell’artista – con waygu sono un must: friabili, croccanti, gustose e divertenti.

Atelier Fuerza, Arribeños 3130, pane eccezionale

Atelier Fuerza, Arribeños 3130, pane eccezionale


Isla Flottante
È la versione moderna del tradizionale bodegón, un ristorante informale nel quartiere di Villa Crespo che reinterpreta la cucina argentina tradizionale. La morcilla (sanguinaccio) diventa, per esempio, il ripieno di una empanada. I più curiosi, invece, potranno provare la rivisitazione argentina del pollo alla Maryland.

La Noire
In un mondo di caffè takeaway, quest’insegna di stampo francese regala il promemoria perfetto per rallentare. Un luogo grazioso nel quartiere di Villa Crespo dagli arredi shabby-chic in cui potete leggere un libro o scambiare due chiacchiere con il tavolo affianco. Non potete perdervi il loro croissant con lievito madre accompagnato da un ottimo caffè. I flat white sono la norma.

Narda Lokanta
L’ambiente arioso e illuminato è perfetto per un ottimo pranzo nel quartiere di Las Cañitas, grazie a un’ampia gamma di insalate e piatti vegani dai sapori mediterranei. È il secondo ristorante della celebrity chef Narda Lepes e punta tutto su un menu stagionale. Adoro la loro insalata Niçoise; ricordatevi di lasciar spazio per un audace e delizioso dessert.

Yiyo El Zeneize
Di primo acchito, potreste restare delusi da questo bar ad angolo centenario dalla facciata scrostata verde scuro, ma se siete giunti fin qui, a Parque Avellaneda, è per provare Yiyo, riconosciuto nel 2022 come patrimonio storico e culturale dalle istituzioni locali. Piccoli piatti rendono omaggio alle ricette di famiglia: ordinate le olive ripiene, la tortilla spagnola, la spalla di maiale brasata e i salumi da condividere; consultate anche la loro carta di vermouth e digestivi.

Il triangolo delle Bermuda del gelato
Tra Palermo Hollywood e Chacarita, c’è un triangolo delle Bermuda di gelaterie che merita un passaggio (ordinate una coppetta piuttosto che la vaschetta da 1kg). I tradizionalisti opteranno per Scannapieco, gelateria a conduzione famigliare con una lunga lista di combinazioni a base di dulce de leche. Occo e Pistacchio sono gelaterie contemporanee: i vegani ameranno l’Açai del primo mentre Kinder Bueno fa felice il palato di chi scrive.

Gran Dabbang
Quando l’India incontra il Sud America, gusto e texture raggiungono livelli esplosivi. Comfort food e niente fronzoli, Dabbang è regolarmente presente nella 50 World’s Best Latin America per la sua proposta stagionale ricca di sapori. Un gruppo da quattro potrebbe divorare l’intero menu di questa insegna a Palermo; tra gli imperdibili, dosa di ceci con pomodoro thokku e chutney kirkiña e Pacù (pesce di fiume) tikka.
Gran Dabbang, avenida Raúl Scalabrini Ortíz 1543, +5491135010481

Gran Dabbang, avenida Raúl Scalabrini Ortíz 1543, +5491135010481


Pastas Tita
Cucinare non è tra le priorità dei turisti, per questo gli ospiti di AirBnB dovrebbero fermarsi da Tita, una piccola insegna nel quartiere di Chacarita, il cui team, tutto al femminile, si diverte a creare paste di verdure e sughi take away. Comprare – e mangiare – pasta fresca è un rito nel weekend di ogni abitante di Buenos Aires, e questo è l’unico posto in cui farei la fila, aspettando pazientemente il mio turno. Provate gli anolini ripieni di cabutia (zucca kabocha), funghi matsutake e mandorle tostate con besciamella di anacardi.

Café Paulin
I panini non sono mai stati così interessanti come quello che fa questo bar nel centro città. Dio solo sa come il cibo non finisca mai addosso a qualcuno, il colpetto coi cui il cameriere fa ruotare il piatto al bancone è un gesto di perizia artistica. Celebre sopravvissuto della pandemia, grazie ai suoi magnifici tostados come l’Académico, triplo strato di pane in cassetta tostato con prosciutto e formaggio, è il preferito di impiegati, poliziotti e anche il mio, quando devo avventurarmi nel Microcentro della città.

Marti
Per chi è cerca piatti veggie raffinati, Marti è il posto ideale con la sua proposta vegetale che oggi va così tanto di moda a Buenos Aires. Nel quartiere di Recoleta, curato dal designer Tramando, potrete prendere posto al bancone osservando la cucina in azione all’interno di una grande serra. Il menu è stagionale, anche se la coltivazione artificiale di funghi in cave di proprietà fa sì che lo shawarma di funghi sia disponibile sempre.

Lupe Loncherìa
Una delle poche loncherías messicane autentiche a Buenos Aires, è gestita da un pragmatico trio di Veracruz. Di solito vado qui, a Chacarita, per il brunch ma il servizio può prolungarsi fino a cena. Tra i piatti degni di nota: tacos de cochinita e huevos rancheros accompagnati da una Michelada ovviamente, col succo di pomodoro fatto in casa.

Chintonerìa
La banana chiarificata è il cuore del Bananarama, un invitante e interessantissimo gin tonic realizzato dal barman Pablo Piñata in questo gin bar gioiellino di Belgrano. Siccome ci sono solo poche sedute, i clienti si riversano con un calice in mano sulla calle Echeverría, una strada pedonale. Io, giocando d’anticipo, mi rifocillo con un katsusando nell’adiacente Sando de América. Calle Echeverría ospita anche il ramen bar Orei e Pony Pizza, oltre ad altre piccole insegne.

Cacho Rotiserìa featuring La Uat
Mentre sarete lì a godervi un ottimo hotdog vegano seduti a un tavolo sulla strada, noterete un flusso continuo di gente che passa dal bancone di Cacho per poi scivolare via dietro alle tende con le palme. Un bar nascosto su due piani enormi per divertirsi con musica sotto la palla a specchio, in una dance floor piena di gente, a Palermo Soho. La Uat non ha rivali: gestito dagli stessi proprietari di 3 Monos, in classifica nella 50 Best Bar. Provate il loro Picantermelon a base di vodka e anguria e restate fino a tardi sulle note della musica pop anni Novanta e reggaeton.
La terraza di Cacho Rotiserìa, Thames 1627, +541128456576

La terraza di Cacho Rotiserìa, Thames 1627, +541128456576


El Preferido de Palermo
Per salumi squisiti e una wine experience niente male, prenotate un tavolo in quest’angolo animato di Palermo Soho. Lo chef Guido Tassi affina i salumi lui stesso. Prendete la Milanesa di bife de chorizo con patatine fritte per due, imperdibile. Attenzione: la cucina è aperta solo fino alle 13.

Los Galgos
Tra gli 80 bares notables (bar degni di nota) in città, rappresenta benissimo il patrimonio del food and drink. Insegna degli anni ’30 nel quartiere di Congreso, è stata riportata in vita nel 2016 dal team del cocktail bar 878. Andateci per un Negroni, alla spina o artigianale, e rimaneteci per le cosce di rana alla provenzale.

[traduzione dall’inglese di Federica Lisi]

Sorrel Moseley-Williams
Sorrel Moseley-Williams

giornalista freelance e sommelier inglese, vive in Argentina dal 2006 e scrive di viaggi, food e mixology in America Latina. È chairman della World’s 50 Best Bars del Sudamerica. Profilo Instagram