Il bancone de L'Antiquario, cocktail bar in via Vannella Gaetani 2
Sono napoletana da 41 anni e ho deciso che, per vivere al meglio questa cittadinanza, non devo sentirmi un abitante ma una turista. Qualsiasi città vista con questi occhi ha più fascino, ha più meraviglia ma soprattutto è maggiormente contemporanea. Mi spiego: prima di visitare qualsiasi città straniera sei portato a leggerti un minimo di storia per capire cosa stai per vedere oggi ed è questo che mi salva sempre. È come se ogni giorno dovessi ripassare la storia di questa città per giustificare quello che vedo, quello che succede, chi incontro. Mi sento meglio, sono finalmente felice di essere a Napoli e inizio il mio tour.
Preferisco vivere la città per zone, creare un percorso dei luoghi inevitabili, quelli nuovi e quelli storici per dare un senso al giro. Non mi riferisco soltanto ai posti in cui mangiare ma a tutte le esperienze che quel quartiere include. Non posso tornare a casa con dei pezzi mancanti e come una perfetta turista stressata mi assicuro i “momenti” necessari lasciando molto spazio agli imprevisti umani, le esperienze. Gli episodi umani non hanno tempo ma hanno sicuramente una geografia, quello che vivi a Posillipo non lo vivrai nel quartiere Sanità, per fortuna Napoli è fatta ancora di persone.
Per comodità mi divido la città in tre zone. C’è il centro storico, il rione Sanità e la strada di casa, ovvero l’unica strada che ho percorso negli anni della mia infanzia che collegava i cardini dei movimenti a me concessi: casa mia, casa dei nonni e la chiesa.
CENTRO STORICO
Il centro storico è il quartiere che frequento di più perché puoi fare tanto passeggiando, zero auto, zero metro. Fino a dieci anni fa era molto circoscritto, si limitava ai due decumani e a qualche traversa con i panni stesi in abbondanza che faceva sempre comodo per le foto. Oggi il centro storico si apre sulla mappa turistica (per motivi di accoglienza alberghiera) includendo finalmente quello che vi appartiene.
Cosa non posso perdermi:
Pizzeria de’ figliole, via Giudecca Vecchia 36. La pizzeria coerente dal 1860: solo quattro tipi di pizza e solo fritta. Orario continuato dalle 10.30 alle 22.00.
Lo spettacolo di Casa Guarattelle “Nunzio Zampella” in vico Pazzariello 15a, uno spazio aperto a tutti i guarattellari del mondo, un luogo d’incontro e di confronto sulla storia e le evoluzioni del vasto e magico mondo di burattini, pupi, ombre e marionette.
L’aperitivo da Oak, vico Quercia 10. Oak è il bar internazionale a Napoli. Nessun servizio ai tavoli, solo birre artigianali, vino naturale e gentilezza illimitata.
Il pranzo a modo di street food con una tagliata di carne selezionata da Raffaele D’Ausilio presso la sua macelleria, in via Tarsia 9. Attenzione, non ho detto che è possibile mangiare all’interno della macelleria, ma fuori su un tavolino alla parete. L’invidia dei passanti è impagabile.
RIONE SANITÀ
Il Rione Sanità mi piace perché mi ricorda com’era il quartiere in cui sono nata, quello di San Lorenzo. C’è ancora un mercato autentico, un disegno prodigioso di recupero turistico locale e un racconto tra passato e futuro ancora tutto da ascoltare.
Il rione Sanità è casa mia se:
Le Catacombe di San Gennaro
Mimì alla Ferrovia, via Alfonso D’Aragona 19-21
laurea in Lingue e Letteratura spagnola con una tesi sul mito del “Convitato di Pietra”, nel maggio 2009 ha aperto Sud Ristorante con Pino Esposito a Quarto Flegreo, in provincia di Napoli, ottenendo presto una stella Michelin. E' cuoca italiana dell'anno per Identità Golose (2015) e Michelin (2020)