La Latteria San Marco di Arturo Maggi, insegna storica della vecchia Milano adorata da Maddalena Fossati, neo-direttore de La Cucina Italiana e autrice della panoramica meneghina per la Guida di Identità 2018 (foto thechicfish.com)
Milano. Che città. È la mia. Ricordo quando era spenta e si sentiva brutta. Oggi è come una donna fiorita negli anni. Sì, senza la s.
I miei indirizzi sono sempre gli stessi da molto tempo, a parte qualche new entry obbligata.
Ranieri (via san Giovanni sul Muro 4, +39.02.8900920) Adoro la brioche di questa piccola pasticceria dove il Lino, un barman per la verità alquanto burbero e cosciente di esserlo, confeziona cappuccini con la dose giusta di schiuma, ovviamente senza disegnare cuori e altre amenità del genere, guai! Punto a favore: ascolta un buon jazz e dipinge degli acquerelli deliziosi che tiene in un carnet vicino all'entrata (via San Giovanni sul Muro 4)
Sant Maurì (via San Maurilio 4, +39.02.8900588, sanmauri.it). È il mio ristorante di quartiere anche perché è a dieci passi dalla porta di casa. Giorgio e Luca hanno creato un ambiente milanese, menu corto, piatti semplici e leggeri, prodotti del territorio. Meglio la prima sala perché è più silenziosa, anche se l'altra ha i capitelli a vista. Da provare con urgenza: il minestrone. Costo, 30 euro.
Latteria San Marco (via San Marco 24, +39.02.6597653) E' un luogo in cui sono sempre andata con mio padre (oltre alla Trattoria Milanese di via Santa Marta), l'unico essere umano riuscito a scalfire il tono un po' burbero dell'Arturo Maggi. Tra giornalisti del Corriere della Sera (allora la sede era di fronte) e giapponesi che arrivavano con la pagina di qualche giornale in mano, adoro il fatto che è tutto biologico e buono, in particolare gli Spaghetti con i peperoni verdi e il limone, dalla cottura perfetta. Un po' così il vino, ma chi ha il coraggio di dirlo allo chef? Non si prenota, è senza insegna.
Il quartetto dietro al successo del ristorante Seta del Mandarin Oriental hotel di Milano. Da sinistra a destra: maitre Alberto Tasinato, sous chef Federico Dell'Omarino, chef Antonio Guida e il pasticciere Nicola Di Lena
Pesce da sballo alla Langosteria di via Savona 10 (foto langosteria.com)
Ottimi aperitivi al Senato Caffè del Senato Hotel Milano
milanese, 49 anni, è il direttore de La Cucina Italiana. Molti anni a Parigi dove s'innamora della buona tavola dagli stellati della capitali francese (anche se all'epoca scriveva la pagina di food di Vogue Italia, dove nessuno mangiava), un'altra parte di vita e cuore a Barcellona, e dopo molti viaggi in Giappone e alle Hawaii, luoghi entrambi adorati nella stessa maniera, molto spirito di avventura, è tornata a Milano. Appassionata di cinema noioso, fotografia, innamorata pazza della sua famiglia, lettrice di Topolino accanito e di biografie, una su tutti Nelson Mandela