07-01-2023
Leonor Espinosa e Fatmata Binta, entrambe relatrici d'eccezione in Auditorium a Identità Milano 2023: la chef colombiana terrà lezione con la figlia Laura Hernandez domenica 29 gennaio ore 15.40; la cuoca sierralonese sabato 28 alle 16.20
Nella diciottesima edizione di Identità Milano (28/30 gennaio 2023) tornano alla ribalta le cucine del mondo. E le cuoche e i cuochi ambasciatrici e ambasciatori di tradizioni in ascesa nella considerazione globale. Sono tanti i punti in comune che legano la colombiana Leonor Espinosa e la sierraleonese Fatmata Binta: entrambe sostengono il lavoro di comunità poco visibili quando non completamente ignorate (le collettività indigene colombiane la prima, la comunità nomade Fulani dell’Africa Occidentale la seconda); entrambe lavorano in paesi politicamente instabili e maschiocentrici; tutte e due svolgono un lavoro archeologicamente rilevante sulle radici delle rispettive tradizioni, battendosi in ogni modo per renderle al passo con la contemporaneità. Ed entrambe hanno vinto il prestigioso Basque Culinary World Prize (rispettivamente nel 2017 la prima, nel 2022 la seconda). Leggiamo le rispettive biografie e storie
LEONOR ESPINOSA Ristorante Leo, Bogotà, Colombia Sala Auditorium, domenica 19 gennaio, ore 15.40 Nata a Cartago, nella Valle del Cauca, nel 1963, la vocazione di Leonor Espinosa è piuttosto tardiva: prima di appassionarsi alla cucina, studia Arti plastiche nella Scuola delle Belle Arti di Cartagena de Indias - la perla del litorale caraibico della Colombia, un paese che s’affaccia sull’Oceano Atlantico ma anche sul Pacifico, a sud dello stretto di Panama – ed Economia all’Universidad Tecnológica di Bolívar. Un profilo curioso e poliedrico, sviluppato prima di interessarsi tout court alla ristorazione, nell’anno 1998, a 25 anni. Un altro quarto di secolo dopo, possiamo annoverare il ristorante Leo di Bogotà nella lista dei ristoranti più acclamati al mondo: 48° nella 50 Best globale e 13° in quella continentale dell’America Latina. Per le capacità tecniche, certo – Espinosa è stata anche votata miglior chef donna 2022 dalla stessa istituzione - ma soprattutto per la volontà di incorniciare come nessuno i ciclobioma della Colombia, un paese che vanta una biodiversità animale e vegetale tra le più dense al mondo, un patrimonio di cui sappiamo ancora pochissimo perché, nei fatti, il paese equatoriale è uscito da un’oscura guerra civile pluridecennale solo nel 2016. Leo è la tavola che meglio di tutte esprime il mestizaje, il meticciato di un paese che incrocia suggestioni amazzoniche, andine, caraibiche, pacifiche, arabe, africane, spagnole, indigene. Soprattutto, Leo e la figlia Laura, responsabile del neonato La Sala de Laura, al piano superiore rispetto al ristorante più celebrato, voltano i riflettori puntati su di loro a tutti quegli attori che appartengono a piccole minoranze, a lungo relegate nel silenzio. Comunità africane e indigene invisibili, flagellate da problemi di violenza sociale e private delle loro risorse fondamentali. Quattrocentocinquantamila persone appartenenti a 81 gruppi etnici, che parlano 64 lingue diverse. Un patrimonio antropologico e culturale tenuto sotto silenzio fino ad appena 3 decenni fa. «La cucina è un veicolo sociale importante», spiega ogni volta che può Leonor, «perché può contribuire a risolvere i problemi di un paese. Sostenendo loro e le specie vegetali e animali di cui si prendono cura, possiamo proteggere comunità preziose, promuovere la sicurezza alimentare del paese, scrivere la nostra complessa identità culinaria». Una missione che le è valsa il prestigioso Basque Culinary World Prize nel 2017. Temi che porta avanti ogni singolo giorno anche come presidente di Funleo, organizzazione no profit dedicata a promuovere il welfare sociale di quelle comunità etniche e rurali. Espinosa è anche autrice di due libri importanti: “Leo el Sabor” e “Lo que cuenta el caldero”. Approfondimenti: La cucina del ristorante Leo di Bogotà La cucina come riscatto di comunità invisibili: l'esempio di Leonor e Laura a Bogotà
Leonor Espinosa e la figlia Laura Hernandez, alla guida dei ristoranti Leo, La Sala de Laura e Mi Casa en tu Casa a Bogotà
Fatmata Binta
di
classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt
Siamo ingredienti, di Victoire Gouloubi, con prefazione di Roberta Schira, è stato pubblicato da Trèfoglie. 228 pagine, 18 euro
Davide De Luca (resident chef) e Álvaro Clavijo davanti all'entrata di Mitu, Spirit of Colombia a Milano, il locale dell'imprenditore Ivàn Cordoba - Foto Annalisa Cavaleri
Leonor Espinosa sul palco di Identià Milano 2023