29-05-2013
Hirazawa Minoru, presidente dell’Associazione italiana ristoratori giapponesi e proprietario di Poporoya e Shiro di Milano, alle prese con un tonno. La scena è tratta da Matsuri, evento che ha tenuto banco a Milano domenica scorsa (foto La Viz)
Se il 21 gennaio scorso, invece che scendere alla fermata di Moscova della M2 milanese sembrava di essere arrivati alla fermata Shibuya di Tokyo, il 26 maggio dello stesso anno, in un angolo di Milano poco avvezzo alle punte di folklore anche conosciuto come il quartiere dei giornalisti, è stato come capitare in una via di Osaka alle prese con una grande festa. Il primo era una bella trovata di marketing, il secondo il Matsuri Milano, festa popolare giapponese a cura dell’Associazione italiana ristoratori giapponesi. Per dovere di cronaca dobbiamo dire che nello spazio previsto all’interno e al di fuori del Finger’s Garden – uno dei ristoranti dell’associazione e quello che si è prestato come location per la manifestazione – risaltavano di più le code piuttosto che le bancarelle di street food o il palco degli spettacoli. Per molti entrare al Matsuri si è rivelata un’impresa impossibile. E molti si sono sentiti rimandare al pomeriggio per un over quota error non calcolato. Intoppi da inesperienza. E in ogni caso, meglio un afflusso nutrito di uno scarso.
Karaage yakitori
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
Milanese incastrato dalla Romagna. Copywriter. Vorrebbe invecchiare in una botte di rovere. Twitter @martinolapini