25-03-2021
La settimana scorsa, alla presentazione della Guida Identità Golose 2021, abbiamo per la prima volta premiato anche i migliori delivery d'Italia. Prima della consegna dei riconoscimenti Davide Rampello ha brevemente e brillantemente tratteggiato una "piccola storia" della consegna del cibo a domicilio. Una vera e propria chicca che dunque abbiamo voluto qui pubblicare.
Oggi si parla molto di delivery, ossia dei piatti, delle pizze, dei prodotti alimentari a pronto consumo portati direttamente a domicilio. Ma l'arte di consegnare il cibo affonda le proprie radici nei secoli e ovviamente si lega a un'altra arte importantissima, quella della conservazione.
Certo è che i sistemi per fornire alimenti freschi e fragranti anche a distanza sono innumerevoli nella storia. Nella civiltà incaica, nella zona corrispondente più o meno a quella dell'attuale Perù (siamo a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento), l'imperatore non voleva rinunciare a gustare pesce fresco nemmeno quando risiedeva a Machu Picchu, oggi patrimonio Unesco e terzo sito archeologico più grande del mondo. Peccato che si trovi sulla Cordigliera Centrale delle Ande, a un'altitudine di quasi 2.500 metri sul livello del mare; e il mare stesso disti quasi 900 chilometri.
Francobolli di Bolivia e Perù che effigiano i chasqui ("colui che riceve" in lingua quechua): erano agili e ben allenati corridori che consegnavano messaggi, documenti reali ed altri oggetti, cibo compreso, all'epoca degli inca
Machu Picchu
Procedure per servire cibi e bevande ai cardinali durante un Conclave. L'illustrazione è tratta dalle Opera (1570) di Bartolomeo Scappi. Vi si legge: "Ordine che si tiene in Sedia Vacante, à servire gli illustriss. et reverendiss. cardinali al Conclave, sì di tavola, dove gli scalchi presentano le vivande delli Reverensiss. alli reveditori", ossia agli ispettori. Tali "vivande" sono "robbe di cucina, come di credenza, et di botigliaria". Si vedono sulla sinistra i soldati sorvegliare l'entrata in una stanza di portatori di cibo "in delivery", guidati da un mazziere, per poi lasciarlo su un tavolo dove sono accomodati appunto i "riveditori", gli ispettori. Dietro di loro si scorgono due ruote attraverso le quali gli alimenti sarebbero giunti alfine ai cardinali riuniti
Fausto Veranzio, nel riquadro, e una delle sue invenzioni più celebri, il ponte sospeso
Facciamo un salto di qualche secolo e andiamo in Francia, dove ci imbattiamo in un'altra chicca sulle modalità di conservazione e trasporto dei cibi. Nicolas Appert fu un venditore di dolci; figlio di una coppia di locandieri, cuoco e pasticcere a sua volta, si era familiarizzato fin dalla giovinezza con i metodi di conservazione dei prodotti alimentari. Nel 1784 aprì una sua dolceria a Parigi, La Renommée, in rue des Lombards. Da piccolo bottegaio, divenne in breve tempo un grossista, con sei dipendenti e corrispondenti a Rouen e Marsiglia. Parte di questo successo fu dovuto ai suoi studi sui processi di conservazione degli alimenti (attraverso freddo, affumicatura o conservanti quali sale, alcool, aceto, grasso, zucchero, eccetera). La sua intuizione più brillante è datata 1795, quando confezionò per la prima volta del cibo dentro barattoli di vetro, che faceva bollire.
Nicolas Appert e un suo vasetto di vetro contenente alimenti (1810)
Una pubblicità dell'ex Le Maison Appert, probabilmente degli anni Venti-Trenta del Novecento
Il sistema-Appert fu d'ispirazione a successive migliorie. Due inventori inglesi, Peter Durand e Bryan Donkin, depositarono negli stessi anni a Londra un brevetto per conservare il cibo, ma non in barattoli di vetro, bensì in scatole di latta, dunque più leggere, meno fragili e che sopportano meglio il calore della cottura a bagnomaria. Peccato non ebbero anche l'idea di una chiave che permettesse di aprire questi contenitori agevolmente: per tale passo successivo, bisognerà aspettare la seconda metà dell'Ottocento.
Illustrazione dalla Cuisine artistique di Dubois
Il delivery del futuro?
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
siciliano di Raffadali, classe 1947, è professore universitario, consulente culturale e gestionale per istituzioni nazionali ed internazionali, direttore artistico e curatore. È stato presidente della Triennale di Milano dal 2003 al 2012. Nel 2010 è stato curatore del Padiglione Italiano all'Expo di Shanghai; dal 2011 al 2015 è stato direttore artistico del Carnevale di Venezia, mentre dal 2012 al 2015 è stato ideatore e curatore del Padiglione Zero di Expo Milano 2015
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Dall’Italia è una narrazione in continua evoluzione di tutto il buono che racchiude in lungo e in largo il nostro Belpaese. Una rubrica che ci porta alla scoperta delle migliori trattorie, i ristoranti più esclusivi, osterie, tra le vette più alte o in riva al mare. Delizie che non possono sfuggire alle rotte dei più entusiasti viaggiatori.