25-03-2020
Quando qualcuno mi chiede una ricetta semplice da realizzare, ma buona da impazzire, io ho occhi solo per loro: le uova al pomodoro, o come le chiamerebbe nonna Luisa, "l’ov in priatorio" – ossia uova in purgatorio. In rosso, macchiate dalla dannata colpa di non cucinarne mai nella giusta quantità – per difetto, ovviamente - in proporzione alla fame e alla carezza che lasciano dentro.
Negli anni dell’università, sopravvissuta alla spola sonnecchiante tra l’Irpinia e la bella Napoli, libera da dispense e incastri temporali millimetrici pur di beccare la penultima coincidenza della sera, il ritorno a casa era - e sarà sempre - il mio vero inizio di giornata. Perché casa è lo spazio in cui abbiamo la libertà di scegliere come condire il nostro tempo e condividerlo nella forma che preferiamo, comodi, appartati, a nostro completo agio. Un posto dove ogni gesto trova la sua connotazione e, seppur non nell’immediato, è sempre compreso.
Fuoco dolce, padella: un filo d’olio, uno spicchio d’aglio. Dopo un po’ la cipolla tagliata sottile sottile, quel tanto che basta per sussurrare al pomodoro dolce d’estate, che l’equilibrio lo raggiungi solo quando i contrasti si baciano.
Prima di disperdere gli ultimi residui di un fragrante tepore, aggiungo un po’ di parmigiano, cosicché quella timida sapidità iniziale, trovi un suo degno finale. Ma il vero epilogo, antecedente solo all’assaggio, è l’origano. Quest’avanzo d’estate che ripesca un raggio caldo dal sentore intenso di pomodoro: mentre il primo essiccava, l’altro giungeva a perfetta maturazione.
2 uova a persona un barattolo di conserva di pomodoro/polpa o passata (a seconda della preferenza) una manciata di parmigiano reggiano una manciata di origano ½ cipolla tagliata finemente 1 spicchio di aglio olio q.b. sale q.b.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
Classe 1991. Irpina. Si laurea in Lingue e poi in Studi Internazionali, ma segue il cuore e nella New Forest (Regno Unito) nasce il suo amore per l'hospitality. Quello per il cibo era acceso da sempre. Dopo aver curato l'accoglienza di Identità Golose Milano, oggi è narratrice di sapori per Identità Golose. Isa viaggia, assaggia. Tiene vive le sue sensazioni attraverso le parole.
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