14-03-2019

L'eclettica potenza di Roboqbo, al servizio dell'innovazione

Scopriamo la storia del sistema universale Qbo. Dalle applicazioni pratiche pressoché infinite. La nostra intervista

Una foto dall'alto, che ritrae buona parte del

Una foto dall'alto, che ritrae buona parte delo staff e dello stabilimento di Roboqbo. Un unico, grande, spazio in cui convivono le varie aree dell'azienda, dalla produzione fino ai comparti commerciali

«Più che da un'idea questa macchina nasce da un'esperienza». A parlare è Giuseppe Malavasi, titolare dell’azienda Roboqbo, con sede a Bentivoglio, nelle vicinanze di Bologna. Un marchio che esiste dal 1978 e che nel 1997 ha lanciato la linea Qbo - Universal Processing System. Ovvero una macchina in grado di eseguire singolarmente una quantità di processi che, normalmente, vengono affidati a diverse attrezzature. Cuocere, raffreddare, concentrare, raffinare e lavorare in sottovuoto, e mille altre funzioni. 

Così come già accadde negli anni scorsi, Roboqbo sarà presente al prossimo Congresso Identità Golose, a Milano dal 23 al 25 marzo 2019. Abbiamo colto l’occasione dunque per incontrare l’artefice di questo marchio, volendo conoscere meglio il lavoro di un’azienda che, producendo autonomamente tutte le componenti delle sue macchine, riesce a raggiungere livelli di efficienza e di affidabilità difficilmente eguagliabili. 

Partendo, dunque, dalle origini: come nasce Qbo - Universal Processing System?
«All’inizio della nostra storia - racconta Giuseppe Malavasi - siamo partiti producendo macchine tagliatrici piuttosto semplici. Siamo gradualmente cresciuti, le macchine che uscivano dalla nostra azienda erano sempre più grandi e i primi partner industriali con cui lavoravamo hanno iniziato a chiederci qualche personalizzazione. Dopo qualche anno ho avuto l’idea di provare a produrre una macchina che contenesse tutte queste personalizzazioni che ci venivano richieste, più qualcos'altro che sapevamo avremmo potuto aggiungere. E un sistema informatico in grado di gestire il tutto: un elemento fondamentale, perché in effetti il primo prototipo che studiammo aveva una cinquantina di bottoni da schiacciare: ma la macchina era troppo reattiva perché si potesse affidare a un controllo manuale».

Avevate già da quei primi prototipi un’idea precisa della versatilità del sistema Qbo?
Pensavamo che potesse fare diversi prodotti: in realtà, cominciando a utilizzarla, abbiamo scoperto che le sue possibilità erano quasi infinite. Quindi è partito da lì un percorso di sviluppo e implementazione che continua a tutt'oggi, dopo vent’anni. E che oggi ci fa pensare all’ingresso su nuovi mercati, avendo capito come il sistema Qbo possa essere largamente utilizzato anche nella produzione di cosmetici e addirittura dall’industria farmaceutica. 

L’imprenditore Giuseppe Malavasi, al centro, insieme agli chef e tecnologi alimentari che ogni giorno mettono a punto nuove ricette all’interno dell’azienda Roboqbo

L’imprenditore Giuseppe Malavasi, al centro, insieme agli chef e tecnologi alimentari che ogni giorno mettono a punto nuove ricette all’interno dell’azienda Roboqbo

Come possiamo raccontare lo sviluppo dell’uso di questa macchina? Quali sono stati i vostri primi clienti e quando si sono aggiunti gli altri?
Prima di produrre il sistema Qbo lavoravamo soprattutto con il settore della ristorazione e con quello conserviero. Quando è nata questa macchina ci siamo resi conto che uno dei settori che poteva essere più interessato alle sue potenzialità era quello dolciario: dalla pasticceria artigianale fino all'industria. Ma anche gli altri clienti con cui eravamo in contatto hanno gradualmente accettato un approccio con il nostro nuovo prodotto. Comprendendo in breve tempo quali fossero le sue enormi potenzialità.

Quali sono queste caratteristiche che rendono il sistema Qbo così convincente?
Le nostre macchine permettono di cuocere le materie prime in modo perfetto, omogeneo, estremamente rapido. Allo stesso tempo, grazie all’estrema efficacia della trasmissione del calore all’interno di Qbo, questa cottura risulta sempre delicata, in grado di preservare le proprietà nutrizionali degli alimenti. Allo stesso modo associamo alla cottura un abbattimento ultra rapido della temperatura. Grazie alla personalizzazione dei nostri accessori si possono ottenere tagli perfetti di ogni tipo, fino all’omogeneizzazione. Qbo permette processi di concentrazione del prodotto realizzati in pochi minuti: si risparmiano ore di produzione e contemporaneamente si ottiene una qualità straordinaria, anche grazie all’uso del sottovuoto, con aromi fortemente esaltati e colori naturali inalterati. Ma potrei continuare molto a lungo. E non dobbiamo dimenticare un’altra caratteristica molto importante…

Quale?
La nostra gamma di produzione è molto vasta. Spesso succede che chi sviluppa una tecnologia, riesce poi a produrre macchine fino a un certo calibro. Se poi il cliente ha bisogno di aumentare in modo sostanziale la propria produzione, deve trovare alternative per fare lo stesso lavoro con attrezzature diverse, che non offrono il medesimo risultato. Nel nostro caso è successo spesso che i clienti siano partiti dalla macchina più piccola, per poi acquistarne altre di dimensioni sempre maggiori, fino a soddisfare le esigenze delle grandi industrie. Senza nessun cambiamento. Questo favorisce anche chi fa ricerca e innovazione: la macchina più piccola può essere usata come un vero laboratorio, per studiare e mettere a punto nuovi processi. Una volta stabilizzati, questi programmi vengono scaricati e installati sulle macchine Qbo di dimensioni maggiori e possono essere utilizzati immediatamente. 

Qbo - Universal Processing System

Qbo - Universal Processing System

Ma non basta. C’è un’altra caratteristica, molto importante, di cui vogliamo parlare. Roboqbo infatti non si distingue solo per la qualità dei suoi prodotti, e in particolare della linea Qbo - Universal Processing System, di cui torneremo a parlare, per approfondire le possibilità che essa offre in campo gastronomico e di alta cucina. C’è un’altra priorità per l’azienda di Bentivoglio, che ha molto a che fare con il tema del Congresso Identità Golose di quest’anno e dell’anno precedente: il “fattore umano”. Che a Roboqbo chiamano “fattore Q”. Ne abbiamo parlato con la responsabile delle risorse umane dell’azienda, Paola Bellelli

«Sono convinta - ci ha detto - che almeno parte del successo che stiamo avendo nell'ultimo periodo derivi dall’estrema coerenza tra quello che siamo e quello che produciamo. Al nostro interno applichiamo il medesimo approccio innovativo rispetto alla relazioni umane, quelle che viviamo tutti i giorni lavorando. Questa è un’azienda che investe molte risorse nella ricerca del talento, nella sua formazione e nella sua valorizzazione. Spesso accade che lavorando qui le persone scoprano nuovi talenti, nuove capacità, e questo apre prospettive di crescita per l’azienda stessa, perché sappiamo bene come le persone che vivono il lavoro con gratificazione personale e serenità, siano persone che producono meglio, che raggiungono gli obiettivi, che poi sono gli obiettivi comuni. Nell’ultimo anno siamo cresciuti molto: eravamo 54 dipendenti, un anno dopo siamo 87, praticamente tutti a tempo indeterminato. Una crescita che però mantiene sempre saldi quei principi che creano una convivenza felice in un gruppo di lavoro, che permettono di esaltare al massimo il potenziale dei singoli individui e di tutto il collettivo».


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