14-03-2019
Tipico paesaggio vitato dei Castelli Romani
Andar per fraschette è un grande classico per i romani. L'abbiamo scoperto, colpevolmente, soltanto qualche settimana fa partecipando a un press tour ai Castelli Romani che finalmente ha dato un personale senso a un classico del folk capitolino, Nannì, 'na gita a li Castelli. Il ritornello Nannì, Nannì è solo un intercalare, un escamotage per celebrare Frascati, Ariccia, Nemi e con loro frutte, vigne e grano e vini de 'ste vigne che so meio de la sciampagna che la voce di Claudio Villa e Lando Fiorini (non certo gli unici ad aver stornellato queste strofe) hanno reso celeberrime.
Ai Castelli Romani, però, non ci sono soltanto le fraschette, quelle osterie segnate dalle frasche all'ingresso, un tempo cantine nelle quali venivano serviti vino novello e spuntini salati. C'è un suolo fertile eredità del complesso vulcanico dei Colli Albani, oggi quiescente; ci sono grotte scavate nel tufo utilizzate come cantine e dispense; i laghi di Nemi e Castel Gandolfo, residenze nobiliari come Villa Aldobrandini, il parco archeologico del Tuscolo. E ci sono gli uomini e le donne, gli artigiani dell'enogastronomia, quelli più illuminati che, messo da parte l'individualismo, si sono associati nella Rete d'impresa per la Filiera Turistica dei Castelli Romani. Nata grazie a un progetto finanziato dalla Regione Lazio, presieduta da Maria Regina Bertolato, un'ex dirigente d'azienda riconvertitasi in produttrice di erbe aromatiche, la rete di aziende enogastronomiche ha messo nero su bianco il "Manifesto delle Terre Ospitali". Un documento in cui le parole d'ordine sono autenticità, innovazione, sostenibilità accoglienza e qualità. Concetti importanti che, però, restano sterili fin quando non ci si avvicina fisicamente a queste "Terre ospitali", non se ne respira l'aria e non si conoscono le persone che le abitano. Alcune le abbiamo incontrate.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
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Giornalista catanese a Milano, classe 1966. «Vado in giro, incontro gente e racconto storie su Volevofareilgiornalista» e per una quantità di altre testate. Inscalfibile
Dall’Italia è una narrazione in continua evoluzione di tutto il buono che racchiude in lungo e in largo il nostro Belpaese. Una rubrica che ci porta alla scoperta delle migliori trattorie, i ristoranti più esclusivi, osterie, tra le vette più alte o in riva al mare. Delizie che non possono sfuggire alle rotte dei più entusiasti viaggiatori.