07-02-2019
Uno dei piatti di Umami, trattoria giapponese con chef siciliano, a Roma
Il duemiladicianove è cominciato da poco e nel mondo della ristorazione (come un po’ in tutti i settori) si guarda già al nuovo, cosa funzionerà e cosa si guarderà con rinnovata curiosità anche quest’anno. Roma, come spesso abbiamo raccontato, sta vivendo in campo gastronomico una sorta di rinascita, di nuova vitalità imprenditoriale, giovane e creativa, in forte controtendenza con quello che è il vissuto quotidiano cittadino. Si aprono nuovi posti e si cerca di portare avanti un’idea di cucina che non sia solo tradizione e romanità, ma che sappia guardare avanti con quel coraggio figlio proprio dall'avere una forte carica identitaria (se hai radici salde, puoi aprirti al mondo).
Esiste anche tutto un movimento che sta dando alla Capitale una nuova idea di cucina orientale, niente più i visti e rivisiti ‘vvottini plimavela o paghetti di soia (passatemi l’accento pechinese) a riempire menu preconfezionati a nastro e bustoni surgelati di gambeletti.
Giuseppe Milana, a destra, con Davide Frattali, che cura la sala
Giuseppe Milana
Milana ha saputo fare sua quella preparazione straordinaria (dovete provarla) e in varie versioni, pensiamo soprattutto al ricchissimo Umami Ramen che, con ben sedici ingredienti diversi in ciotola (si dice così?), riesce a toccare corde davvero notevoli. Ovviamente non mancano i classici tempura e gyoza, ma se vi aspettate sushi e sashimi lungo un nastro meccanico avete sbagliato posto.
L'Umami Ramen
Altri piatti all'Umami
I sake
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
classe 1971, nasce grafico, disegnatore e curioso. Apre il suo blog bloggokin.it nel 2005 quando non era ancora una moda, da allora si occupa e scrive di creatività e di tutto quello che gli gira intorno, cibo e ristorazione compresi. Nel 2016 lancia tutto da solo, la campagna #AMAtriciana per aiutare la popolazione del centro italia colpita dal terremoto e coinvolge tutto il mondo. Il suo motto: giro, vedo gente, mangio cose