10-10-2018

Grande tavola, grande schermo: note della festa per avere un cinema a Salina

Cronaca dell'evento di raccolta fondi voluto dai Caruso: chef, vini, assaggi e tanti sorrisi. Obiettivo: fare un regalo all'isola

Clara Rametta coi suoi due carusi, Martina e Luca,

Clara Rametta coi suoi due carusi, Martina e Luca, alla serata conclusiva dell'evento organizzato a Salina

Tre giorni di cene, degustazioni, master class. Un incontro conviviale ed enogastronomico, nel nome della cultura e sullo sfondo unico di Salina, un tempo Dydime (“gemelli” in greco), e dei suoi due vulcani spenti, oggi coperti da una vegetazione verdeggiante, che la battezzavano nell’antichità.

La locandina della festa

La locandina della festa

Chef, produttori di vino, giornalisti e artisti sono convenuti numerosi in questa isola delle Eolie, lo scorso weekend, chiamati a raccolta dalla famiglia Caruso del Signum. Il magnifico boutique hotel quale centro di gravità, dunque, attorno al quale ha ruotato durante tre giorni un nutrito gruppo di pianeti del sistema Sicilia - con due guest star dalla Toscana e una da Bangkok -.  Scopo di questa reunion, all’insegna di eccellenze enogastronomiche, sotto il titolo di “Il Cibo incontra la Cultura”, la raccolta fondi lanciata da Clara Rametta, moglie di Michele Caruso, mamma di Luca e Martinaproprietaria del Signum nonché sindaco di Malfa, per la costruzione di una sala cinematografica. Salina infatti - e l’intero arcipelago delle Eolie - ne è sprovvista. Ma questa è l’isola immortalata, tra gli altri, dai fratelli Taviani, Nanni Moretti e Sergio Castellitto; lo scenario degli indimenticabili dialoghi su amore e metafore tra Philippe Noiret nei panni di Pablo Neruda e il postino Mario, alias Massimo Troisi; è inoltre il luogo che ospita il SalinaDocFest - Festival el documentario narrativo, e il Mare Festival... Eppure non ha un proprio grande schermo.

L'architetto Giusi Vinci, eoliana Doc, presenta il progetto del cine-auditorium assieme a Francesco Pensovecchio e Clara Rametta (foto di Stefano Butturini)

L'architetto Giusi Vinci, eoliana Doc, presenta il progetto del cine-auditorium assieme a Francesco Pensovecchio e Clara Rametta (foto di Stefano Butturini)

Sulla sinistra, bouganville e Stromboli. Al centro, un angolo relax dell'Hotel Signum. A destra, crepuscolo a Salina

Sulla sinistra, bouganville e Stromboli. Al centro, un angolo relax dell'Hotel Signum. A destra, crepuscolo a Salina

«Non chiamatemi sindaco, io sono un’imprenditrice, non un politico», precisa Clara. Concreta, pragmatica, volitiva e dotata di una capacità di visione fuori dal comune, doti che le hanno permesso di costruire, assieme alla sua famiglia, quello che oggi è il Signum - insieme boutique hotel e ristorante stellato dotato di una delle migliori cantine dell’isola: proprio quest’anno compie trent’anni di attività. Qualità che oggi Clara mette al servizio dell’isola con un atto che, però, non è solo imprenditoriale ma anche politico, checché lei ne dica: farla crescere, trasformarla in capitale culturale delle Eolie, attirare un maggior numero di stranieri e farlo soprattutto anche al di fuori dei principali flussi stagionali. Quello progettato dall’architetto di origini eoliane Giusi Vinci non sarà solo un cinema ma un vero polo delle arti, un luogo dedicato alla formazione e alla produzione artistica, un hub dove il grande schermo possa dialogare con diverse discipline, con corsi progettati in collaborazione con scuole italiane e internazionali. Il cine-auditorium non ospiterà solo proiezioni di film e documentari ma anche concerti, rappresentazioni teatrali, conferenze e incontri.

La vista mozzafiato dal Capofaro Locanda& Malvasia di Tasca d'Almerita a Salina

La vista mozzafiato dal Capofaro Locanda& Malvasia di Tasca d'Almerita a Salina

La piscina del Signum con vista su Stromboli e Lipari

La piscina del Signum con vista su Stromboli e Lipari

La sala – circa 200 posti a sedere – verrà costruita nello spazio verde adiacente a Palazzo Marchetti, un bell’edificio storico donato al Comune dell’isola dalla famiglia Marchetti, appunto – eoliani emigrati in America – per intercessione della stessa Rametta, che ne richiese la donazione all’ultima erede. Giusi Vinci ha immaginato e disegnato una struttura semi-interrata, bella e funzionale, con copertura retrattile e un profilo che riproduce quello della chiglia di una barca.

La scelta di non appoggiarsi a finanziamenti pubblici è legata alla volontà di ridurre tempi e costi di realizzazione, che saranno quindi interamente coperti da donazioni e sponsor tecnici. Da qui la necessità di lanciare questa raccolta fondi, chiamando a partecipare aziende, chef e produttori.

Pensovecchio, Geraci e Caruso

Pensovecchio, Geraci e Caruso

Verticale Palari Faro Doc

Verticale Palari Faro Doc

Due le degustazioni di vini di altissimo livello tenutesi a Palazzo Marchetti e moderate da Francesco Pensovecchio e Luca Caruso, direttore e sommelier del Signum. Aziende che, per gli amanti del succo d’uva fermentato, non hanno bisogno di presentazioni: Azienda Agricola Palari, dalla provincia di Messina, e Castello di Ama, dal cuore del Chianti Classico. Il patron della prima, Salvatore Geraci in persona, ha guidato una verticale del Palari Faro DOC, vino che Veronelli definì, come lui stesso ha ricordato, “il Romanée-Conti d’Italia”, decretandone l’ingresso nell’Olimpo dei grandi rossi italiani. Mentre un giovane e brillante Arturo Pallanti, titolare assieme alla sua famiglia di Castello di Ama, in provincia di Siena, ha accompagnato la degustazione di tre etichette: Ama, Castello di Ama e soprattutto L’Apparita, bottiglia culto, primo Merlot in purezza prodotto in Toscana, un minuscolo cru (meno di 4 ettari) da cui nasce un gioiello dell’enologia italiana. Due degustazioni che da sole avrebbero meritato il viaggio a Salina.

Arturo Pallanti presenta le etichette dell'azienda di famiglia, assieme a Francesco Pensovecchio e Luca Caruso (foto di Stefano Butturini)

Arturo Pallanti presenta le etichette dell'azienda di famiglia, assieme a Francesco Pensovecchio e Luca Caruso (foto di Stefano Butturini)

La degustazione di etichette di Castello di Ama (foto di Stefano Butturini)

La degustazione di etichette di Castello di Ama (foto di Stefano Butturini)

Tre assaggi: Aurora e Vigna di Milo Etna Bianco Doc de I Vigneri di Salvo Foti; il Fiano di Avellino di Pietracupa

Tre assaggi: Aurora e Vigna di Milo Etna Bianco Doc de I Vigneri di Salvo Foti; il Fiano di Avellino di Pietracupa

Olio Mozzafiato dell'azienda Incuso di Pasquale Bonsignore; Luca Caruso direttore d'orchestra; il Passito di Malvasia delle Lipari di Salvatore D'Amico

Olio Mozzafiato dell'azienda Incuso di Pasquale Bonsignore; Luca Caruso direttore d'orchestra; il Passito di Malvasia delle Lipari di Salvatore D'Amico

A sinistra: Spatola panata cotta su yakitori a sandwich con crema di mandorle, sedano a crudo, colatura di alici e origano, leche de tigre (Martina Caruso). A destra l'antipasto di Tim Butler: Panna cotta ai ricci, tartare di ricciola, nero di seppia, ricci a crudo, crouton di pane fritto, fiori di rosmarino, peperoncino

A sinistra: Spatola panata cotta su yakitori a sandwich con crema di mandorle, sedano a crudo, colatura di alici e origano, leche de tigre (Martina Caruso). A destra l'antipasto di Tim Butler: Panna cotta ai ricci, tartare di ricciola, nero di seppia, ricci a crudo, crouton di pane fritto, fiori di rosmarino, peperoncino

Grandi vini e alta gastronomia, sotto i cieli blu di un ottobre tiepido, all’orizzonte lo Stromboli che non smette di fumare, affiancato dall’isola di Lipari. Interessante la cena a quattro mani sul tema del viaggio firmata da Tim Butler, patron del ristorante Eat Me di Bangkok, ospite di Martina Caruso, giovane chef del Signum: viaggio del primo in Sicilia (e presto a Malta dove guiderà, a patire da marzo 2019, il nuovo ristorante Esenzi a La Valletta, ne abbiamo recentemente parlato qui), per scoprire nuove latitudini e nuovi ingredienti con cui misurarsi. E viaggio costante di ricerca di Martina nel mondo da cui attinge ispirazione, confronto, contaminazione che riporta poi a casa, nella sua isola di una isola, per sperimentare ed esaltare il territorio e i prodotti locali.

Un piatto di Martina Caruso: Lampuga, straccetti di bufala, finocchietto di mare in conserva piastrato, capperi di Salina canditi, zuppetta di olive verdi e pomodoro

Un piatto di Martina CarusoLampuga, straccetti di bufala, finocchietto di mare in conserva piastrato, capperi di Salina canditi, zuppetta di olive verdi e pomodoro

l servizio durate la cena a quattro mani Caruso-Butler nel ristorante del Signum. Lo staff lavora con professionalità e autentico spirito di accoglienza. Bravi. (foto Stefano Butturini)

l servizio durate la cena a quattro mani Caruso-Butler nel ristorante del Signum. Lo staff lavora con professionalità e autentico spirito di accoglienza. Bravi. (foto Stefano Butturini)

Tim Butler: Risotto mantecato con crema di peperone dolce e 'nduja, gamberi e cozze scottati nel grasso della 'nduja, basilico

Tim Butler: Risotto mantecato con crema di peperone dolce e 'nduja, gamberi e cozze scottati nel grasso della 'nduja, basilico

Tim Butler: Ganache di cioccolato, galletta di cereali e cioccolato, crema pasticcera alla melanzana affumicata, melanzana fritta

Tim Butler: Ganache di cioccolato, galletta di cereali e cioccolato, crema pasticcera alla melanzana affumicata, melanzana fritta

Gli chef Martina Caruso e Tim Butler

Gli chef Martina Caruso e Tim Butler

Per la seconda serata, altra cena a quattro mani sulle declinazioni del tema “La cacciagione incontra il mare delle Eolie”. L’ospite invitato questa volta è il ristorante La Tenda Rossa di Cerbaia in Val di Pesa (Fi): i piatti e i sapori sono toscani, accompagnati da alcune rare etichette della cantina del ristorante e superbamente introdotti dalla bravissima sommelier, nonchè proprietaria, Natascia Santandrea.

Natasha e Cristian Santandrea della Tenda Rossa con Martina Caruso per la cena a quattro mani La cacciagione incontra il mare delle isole Eolie (foto di Stefano Butturini)

Natasha e Cristian Santandrea della Tenda Rossa con Martina Caruso per la cena a quattro mani La cacciagione incontra il mare delle isole Eolie (foto di Stefano Butturini)

Uno degli antipasti classici di Martina Caruso, Bagnacauda con ricci di mare

Uno degli antipasti classici di Martina Caruso, Bagnacauda con ricci di mare

Primo piatto della Tenda Rossa: Pappardella farcita di lepre, cipolla di Certaldo, cioccolato e gin vaporizzato (foto di Stefano Butturini)

Primo piatto della Tenda Rossa: Pappardella farcita di lepre, cipolla di Certaldo, cioccolato e gin vaporizzato (foto di Stefano Butturini)

Tonno alalunga scottato, melanzana bruciata e basilico di Martina Caruso

Tonno alalunga scottato, melanzana bruciata e basilico di Martina Caruso

Piccione alla griglia, cremoso di zucca gialla speziata, pompelmo rosa, lattuga appassita: piatto proposto del ristorante Tenda Rossa

Piccione alla griglia, cremoso di zucca gialla speziata, pompelmo rosa, lattuga appassita: piatto proposto del ristorante Tenda Rossa

Oltre al Signum anche l’Hotel Santa Isabel, l’Hotel Ravesi e il Capofaro hanno ospitato aperitivi, pranzi e master class, dimostrando la capacità dell’isola di fare sistema per la realizzazione di un progetto da cui tutti trarranno vantaggio (scegliamo il futuro, e non il condizionale “trarrebbero”, intenzionalmente: abbiamo capito che Clara Rametta ha la tendenza a realizzare tutto quello che si mette in testa).

Tante le aziende siciliane che hanno contribuito coi loro prodotti: Le Trazzere del Gusto, i salumi di Lipari, le farine di Molini del Ponte, l’olio e le olive di Incuso. Per non parlare delle aziende vitivinicole: Barone di Villagrande, Caravaglio, Colosi, Cos, Fenech, Giona Hauner, Francesco Guccione, Monaci delle Terre Nere, Hauner, Intorcia, La Rosa Bianca, L’Ancestrale, Lantieri, Marchetta, Riofavara, Salvatore d’Amico, Tenuta di Castellaro, Tasca D’Almerita, Virgona.

La proposta dell'Osteria dei Vespri per la cena a Palazzo Marchetti

La proposta dell'Osteria dei Vespri per la cena a Palazzo Marchetti

La tartare di Bonetta dell'Oglio con carne biologica (frollatura di 40 giorni), miele di ape nera sicula, more fermentate ed erbe spontanee, più senape siciliana fatta in casa

La tartare di Bonetta dell'Oglio con carne biologica (frollatura di 40 giorni), miele di ape nera sicula, more fermentate ed erbe spontanee, più senape siciliana fatta in casa

Il dessert di Ludovico De Vivo, una festa di fine vendemmia. Le foglie colorate e croccanti, la ganche golosa di cioccolato, il sorbetto di mosto d'uva, gli acini fermentati

Il dessert di Ludovico De Vivo, una festa di fine vendemmia. Le foglie colorate e croccanti, la ganche golosa di cioccolato, il sorbetto di mosto d'uva, gli acini fermentati

Ancora più lunga la lista degli chef, corsi alla chiamata della famiglia Caruso, per la serata conclusiva della tre giorni: Marco Baglieri del Crocifisso di Noto, Pietro D’Agostino de La Capinera di Taormina, Bonetta Dell’Oglio, Ludovico De Vivo di Capofaro, Raffaele Esposito e Chiara Surdo de Il Bagatto, Gaia Giordano braccio destro di Niko Romito, Tony Lo Coco de I Pupi di Bagheria, Davide Longoni, Giuseppe Mascoli & friends, la famiglia Pennisi di Macelleria Pennisi, i fratelli Rizzo di Osteria dei Vespri di Palermo, Rosario Umbriaco di Umbriaco Tavola Calda e Bottega dal 1974 da Enna, che ha portato sull’isola i suoi celebri arancini con doppio strato di riso (ne abbiamo scritto qui: Lode all'arancino più buono del mondo, che si mangia a Enna).

A sinistra: Ivo Basile e il Nozze d'Oro 2006. Al centro: Bonetta dell'Oglio e i semi che usa per preparare la sua magnifica senape siciliana. A destra, Cepparello 1988 di Isole e Olena, dalla cantina del ristorante Tenda Rossa

A sinistra: Ivo Basile e il Nozze d'Oro 2006. Al centro: Bonetta dell'Oglio e i semi che usa per preparare la sua magnifica senape siciliana. A destra, Cepparello 1988 di Isole e Olena, dalla cantina del ristorante Tenda Rossa

Jasmine Punch di Raffaele Caruso, cugino di Martina e Luca e barman del Signum

Jasmine Punch di Raffaele Caruso, cugino di Martina e Luca e barman del Signum

A sinistra: Cialda, musso, salsa tartara, olive e sedano ossia la proposta di Alberto Rizzo dell'Osteria dei Vespri per la cena a Palazzo Marchetti. Al centro: gli interni di Palazzo Marchetti. A destra, Sammarco 1999 Castello di Rampolla, dalla cantina del ristorante Tenda Rossa

A sinistra: Cialda, musso, salsa tartara, olive e sedano ossia la proposta di Alberto Rizzo dell'Osteria dei Vespri per la cena a Palazzo Marchetti. Al centro: gli interni di Palazzo Marchetti. A destra, Sammarco 1999 Castello di Rampolla, dalla cantina del ristorante Tenda Rossa

Bello vedere l’entusiasmo e la generosità con cui chef e produttori sono corsi al Signum per sostenere questa causa. «È stato sufficiente fare qualche telefonata - sottolinea Luca Caruso con un sorriso - Sono amici e colleghi, sono corsi tutti qui per contribuire, ognuno con la propria arte e il proprio talento».

A sinistra, Pane, panelle e gambero, vale a dire il piatto di Marco Baglieri del Crocifisso di Noto. Al centro, Tony Lo Coco de I Pupi di Bagheria e il suo Crostone di manzo, acqua di cozze e salsa all'aringa. A destra Lo Coco al lavoro

A sinistra, Pane, panelle e gambero, vale a dire il piatto di Marco Baglieri del Crocifisso di Noto. Al centro, Tony Lo Coco de I Pupi di Bagheria e il suo Crostone di manzo, acqua di cozze e salsa all'aringa. A destra Lo Coco al lavoro

A sinistra, il gelato artigianale e le mini brioches di Giovanna Musumeci. Al centro, Luca Caruso e Luciano Pennisi di Macelleria Pennisi a Linguaglossa sull'Etna. A destra, Thomas Barker e il suo Pink Gin

A sinistra, il gelato artigianale e le mini brioches di Giovanna Musumeci. Al centro, Luca Caruso e Luciano Pennisi di Macelleria Pennisi a Linguaglossa sull'Etna. A destra, Thomas Barker e il suo Pink Gin

È vero, e non sono solo parole di circostanza: si è respirata un’atmosfera di collaborazione, generosità, accoglienza, entusiasmo. La tre giorni appena conclusasi a Salina, prima di essere stato un evento per la raccolta fondi per il Cinema, è stata una grande festa. Quasi un matrimonio.

A sinistra: Martini Eoliano (gin, finocchietto, gamberetto di Nassa marinato nel Martini dry) offerto sulla terrazza dell'Hotel Santa Isabel di Salina, nella foto al centro

A sinistra: Martini Eoliano (gin, finocchietto, gamberetto di Nassa marinato nel Martini dry) offerto sulla terrazza dell'Hotel Santa Isabel di Salina, nella foto al centro

In effetti gli ingredienti c’erano tutti: gli invitati, gli amici e questa grande famiglia di ristoratori d’eccellenza, la lista nozze (le donazioni), il banchetto (i banchetti…), il vino (e del migliore), la musica, i balli e l’allegria. Cibo e Cultura non si sono solo incontrati a Salina, si sono sposati. Torniamo a casa pure con una bomboniera (di capperi) e non vediamo l’ora che venga alla luce il cinema di Salina. In questa tre giorni, al netto delle spese, si sono raccolti circa 15mila euro. Un buon inizio ma la strada è ancora lunga. Ricordiamo il link per chi volesse partecipare, contribuendo con una donazione, ognuno secondo le proprie possibilità: palazzomarchetti.it/it/sostieni-il-progetto.html#donazioni

A sinistra, Luca Caruso con Natascia Santandrea, titolare del ristorante Tenda Rossa di Cerbaia, in Toscana. A destra sempre Luca Caruso, ma con Tony Lo Coco

A sinistra, Luca Caruso con Natascia Santandrea, titolare del ristorante Tenda Rossa di Cerbaia, in Toscana. A destra sempre Luca Caruso, ma con Tony Lo Coco

I Caruso e l’Isola di Salina ringraziano.


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Giovanna Abrami

nata a Milano da madre altoatesina e padre croato cresciuto a Trieste. Ha scritto (tra gli altri per Diario e Agrisole) e tradotto (tra le altre cose: La scienza in cucina di Pellegrino Artusi) per tre anni dall’Argentina dove è tornata da poco, dopo aver vissuto tra Cile, Guatemala e Sicilia. Da Buenos Aires collabora con Identità Golose e 7Canibales

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