19-07-2011
Di Jack Nicholson ricorda la sua passione/ossessione per il Margarita fatto a regola d’arte. George Clooney è uno dei suoi clienti più affezionati, tanto da aver creato a quattro mani con lui un cocktail che porta il nome, a metà, di uno dei film dell’attore e regista: Good Night (il Good Luck è l’alter ego non alcolico, che qui non interessa). Leggenda vuole che una ricca signora americana, non potendo avere l’originale in carne e ossa, si accontentasse di chiedere al room service, non appena il marito si allontanava, un paio di “George” in camera: una perfetta miscela di vodka, angostura, ginger, cetriolo, lime e mirtilli. Buonanotte, appunto. Da oltre trent’anni head barman all’Hotel Cipriani di Venezia – una delle grandi icone dell’hotellerie italiana – Walter Bolzonella è fiero custode di uno dei (non molti) luoghi in Italia dove il bere miscelato è una cosa seria. In questo, la distanza del nostro Paese con gli Stati Uniti è siderale. New York, Chicago, Los Angeles: ogni ristorante che si rispetti ha un bancone bar. E un Martini cocktail perfetto è il minimo sindacale in attesa di un tavolo. Non si tratta solo di far cassa, come in effetti i locali americani fanno da un secolo. Il mondo degli spirits merita e ottiene rispetto, perché ha regole e fascino da vendere.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
Romano, scrive di enogastronomia e viaggi sul Sole 24Ore e collabora con numerose testate, tra cui La Repubblica e L’Uomo Vogue. È docente allo Iulm e lecturer in Food Media per diversi college americani. Twitter @fdecesareviola