18-06-2018
Luca Govoni, Paolo Lopriore e Paolo Marchi ritratti a Identità Milano 2018 (foto Brambilla-Serrani)
Tema: dove sta andando la cucina italiana? Se n’è discusso a Parma alcuni giorni fa, alla prima edizione del City of Gastronomy Festival che ha visto sfilare ben 25 chef impegnati in 58 eventi in diverse location in centro città. Tra gli appuntamenti più attesi era la conferenza La nuova Cucina Italiana, sul palco Paolo Marchi, fondatore e curatore di Identità Golose, e Paolo Lopriore, chef del ristorante Il Portico di Appiano Gentile. Con loro anche Luca Govoni, docente ad Alma di Storia e cultura della gastronomia italiana, gli chef Riccardo Monco (Enoteca Pinchiorri a Firenze), Isabella Potì (Bros a Lecce), Masaki Kuroda (Serendepico a Capannori), nonché Cristina Conti, che governa la sala al Parizzi di Parma. Moderava Fernanda Roggero.
Il dibattito a Parma
La nostra ristorazione – ha detto lo chef - si è evoluta e il concetto di “mangiare fuori” in Italia è diverso da quello che esiste in altri Paesi. Da noi è nato per necessità (si pensi ai punti ristoro dei camionisti, dove si scoprono spesso le cucine locali) e solo alle volte per celebrare qualche ricorrenza. Siamo un popolo abituato a mangiare bene a casa, le nostre nonne e mamme sono tutte delle ottime cuoche. Così nella storia tricolore il cuoco non è mai stato un personaggio importante: solo di recente, diventato “chef”, ha acquisito grande peso; così le nuove generazioni aspirano spesso a lavorare in cucina.
"La tavola italiana" secondo Lopriore
Paolo Marchi ha raccontato a sua volta come l’ispirazione di creare un palcoscenico dove presentare e promuovere la cucina italiana gli sia venuta osservando gli eventi culinari spagnoli, dove gli stessi nostri chef erano spesso invitati come ospiti. Quando ha ideato Identità Golose ha offerto dunque quest’opportunità: far conoscere le nostre migliori toques in Italia e all’estero, ma anche spingerle alla collaborazione tra di loro.
MIcrofono a Paolo Marchi
Ma quale dev’essere l’impostazione di fondo? Dalla discussione è emersa un’idea: puntare innanzitutto sulla purezza della nostra materia prima. Serve, certo, anche andare all’estero, è stato risposto agli studenti dell’Alma presenti in platea: ma questo non con l’obiettivo di copiare modelli altrui, bensì di aprire la mente per poi tornare e apprezzare ancor di più quello che abbiamo a casa. Perché sono gli ingredienti spesso a fare la differenza nel piatto.
La popolarità massmediatica che esiste oggi attorno alla tavola è un’opportunità: ha creato molto interesse nei confronti del settore; sfruttiamolo - è l'auspicio degli intervenuti - per far crescere ulteriormente una cultura gastronomica diffusa che già ha comportato importanti evoluzioni: quella che ha riguardato la figura del cliente, ma anche il lavoro del ristoratore e del cuoco. Ora più che mai quest’ultimo deve essere in grado di rispondere agli stimoli e richieste della società.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
parmense, laureata in Economia e Commercio, da 25 anni in America si occupa di eventi e promozione dei prodotti enogastronomici italiani, soprattutto in California