10-06-2018
Da sinistra: Michelangelo Mammoliti, Damiano Nigro, Pasquale Laera, Gabriele Boffa. Quattro chef che lavorano in Piemonte, chiamati a celebrare i grandi prodotti pugliesi per un pranzo speciale in occasione della finale torinese del Bocuse d'Or, a cui partecipa per l'Italia il pugliese Martino Ruggieri
Ormai è questione di ore: la competizione più prestigiosa dedicata alla cucina d’autore nel mondo, il Bocuse d’Or, sta per arrivare a Torino. Lunedì 11 e martedì 12 giugno si terrà infatti nello spazio di Lingotto Fiere (nell’ambito della fiera Gourmet ExpoForum) la finale europea di questo concorso, che si articola su due anni in ogni sua edizione.
Nel primo anno, in questo caso il 2018, si svolgono le selezioni in tre macro-regioni: le Americhe, Asia-Pacifico, Europa. All’inizio dell’anno successivo, dunque a gennaio 2019 per questa sedicesima edizione, Lione ospita la finalissima, con 24 concorrenti a rappresentare i migliori giovani talenti della cucina internazionale.
Saranno 20 i finalisti europei, che si sfideranno in una prova complessa e impegnativa, per conquistare 10 biglietti per la finalissima di Lione. La gara si svolgerà in due giornate, dieci concorrenti lunedì e dieci martedì, con una prova della durata di 5 ore e 35 minuti, divisa in due test.
Martino Ruggieri
Il finalista italiano è Martino Ruggieri, chef adjoint del tristellato Pavillon Ladoyen di Yannick Alléno a Parigi (qui la nostra intervista con lui, a pochi giorni dalla finale), e si sta allenando in quello che è diventato da quest'anno il centro nevralgico del Bocuse d'Or in Italia: Alba, dove è stata aperta nel 2017 l'Accademia Italiana Bocuse d'Or. In particolare l'Accadema ha la sua sede nel Castello di Roddi, a pochi chilometri da Alba, mentre il centro per gli allenamenti del Team Italia è al “Palazzo Mostre e Congressi” di Alba.
Abbiamo visitato entrambi questi luoghi in occasione di un'iniziativa ideata congiuntamente dall'Accademia e dalla Regione Puglia, terra d'origine del portabandiera italiano. E che si è aperta con un pranzo al Castello, in cui quattro chef di stanza in Piemonte (di cui due con sangue pugliese) hanno interpretato la Puglia scegliendo alcuni prodotti da un ricchissimo paniere messo a loro disposizione.
Fusillo cotto in acqua di cipolla Margherita di Savoia, cozze pelose, pecorino e limone salato, di Pasquale Laera
Damiano Nigro - chef al Villa d'Amelia di Benevello, Cuneo - si è cimentato in un Carrè d'agnello, cavolo verza, salsiccia di Bra, capocollo di Manduria, cacio ricotta, lampascione e pomme du fin di fave. Infine Michelangelo Mammoliti - chef a La Madernassa di Guarene, Cuneo - ha concluso con il suo Thai Siam, mango nella sua essenza, coulan, banana, frutto della passione, olio di Oliva Caroli.
Buoni e divertenti tutti e quattro i piatti, con due nostre preferenze: da una parte per il più pugliese, il Fusillo di Laera, squisito nel suo approccio tradizionale e nella sua esecuzione tecnicamente impeccabile, dall'altra per il più esotico, il dolce di Mammoliti, che ha riassunto in pochi deliziosi bocconi le suggestioni di un suo recente viaggio in Thailandia con l'aroma intenso e piccante dell'olio pugliese.
Thai Siam, mango nella sua essenza, coulan, banana, frutto della passione, olio di Oliva Caroli, di Michelangelo Mammoliti
«Sono 21 giorni consecutivi - ci ha detto Enrico Crippa - che Martino, il coach François Poulain e il suo assistente Curtis Mulpas stanno ripetendo la stessa prova, per arrivare alla perfezione assoluta. Ma non sarà facile per nulla». Scaramanzia? O la concorrenza è davvero agguerrita?
Enrico Crippa
D'altronde si tratta di una gara in cui non conta soltanto la bontà di un piatto: «Assolutamente, al Bocuse d'Or non si tratta soltanto di cucinare bene, è quasi uno sforzo di equilibrismo. Vedremo come andrà, di certo tutti noi, nessuno escluso, stiamo dando il massimo per andare a Lione l'anno prossimo».
Manca davvero poco: martedì 12 giugno, alle 18, arriveranno i risultati della finale europea. E su queste pagine troverete un ampio resoconto della gara.
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a cura di
Giornalista milanese. A 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Fa parte della redazione di Identità Golose dal 2014, dal 1997 è voce di Radio Popolare Instagram: @NiccoloVecchia