29-06-2017

La Capannina che fa eccezione

L'insegna di Casalborsetti, nei lidi romagnoli, si discosta dalle non esaltanti abitudini della ristorazione adriatica

Irvin Zannoni è lo chef del ristorante La Capann

Irvin Zannoni è lo chef del ristorante La Capannina di Casalborsetti (Ravenna)

Uno spaghetto alle vongole, un cartoccio di frittura e un disco di “piada” nei quali avvilupparsi lascivamente, rinfrescati da un quartino di bianco della casa. E' questa la ristorazione balneare che, immota e indomita, tratteggia la riviera adriatica.

La certezza di un pasto che sa di estate e profuma di vacanza. Poco importa se lo spaghetto è privo di mordente (fatto salvo lo scricchiolio della sabbia sotto i denti), la frittura veleggia nell'olio motore, o la piada si fa neoprene a contatto con la saliva: il cibo "da spiaggia" è il vessillo delle ferie rivierasche, irrinunciabile, rassicurante.

E Casalborsetti non fa eccezione. Tra i lidi ferraresi e quelli ravennati, nella rarefatta terra di mezzo che costeggia la foce del Po, si incontra questo piccolo centro dal nome simpatico e un filo bizzarro. E' un luogo dalle fattezze tipicamente adriatiche ma poco cementificate, con il suo canale e il porticciolo, le spiaggette con gli stabilimenti e i ristorantini, dove tutto odora di pino marittimo, di lozione solare e di pesce fritto.

La sala

La sala

Il tono è vagamente dimesso, perché siamo lontani dai fasti delle località più rinomate: qui la popolazione vacanziera è fatta per lo più di famiglie e di coppie mature alla ricerca di una quiete senza sussulti, e l'offerta si adegua alla richiesta. O viceversa. 

Se tuttavia si segue la traccia di un buon consiglio senza cedere alle lusinghe della piadina, si può incappare nella Capannina sul Mare, piccola insegna che il nome stesso colloca a pochi passi dal mare, sul porto canale. Grandi vetrate per godere del discreto panorama, nitore e sobrietà in una sala piacevolmente luminosa, impreziosita da una parete cerulea dalla quale ammiccano, dipinte, numerose varietà di pesce.

Ad accogliere i clienti, un omaggio di sole e di brezza nella schietta cordialità del personale di sala, maitre e sommelier tuttofare, uomini dalla spiccata e ineffabile "allure" romagnola, tinta però di eleganza e di molto garbo. C'è quella tendenza a dare del "tu" ai clienti più giovani (o meno attempati) che altrove potrebbe arrecare fastidio ma che in questo luogo, dopo un benvenuto sorridente e scherzoso, diventa il giusto viatico per l'esperienza di piacere che ci si appresta a vivere.

Nel menu campeggiano i grandi classici, a rassicurare la clientela più tradizionale che desidera concedersi una cena elegante senza rinunciare alle proprie rasserenanti certezze: tra le varie proposte, citiamo i plateaux di crudi, il risotto alla marinara, il pescato alla griglia o al forno.

Un dettaglio del Tris di crudi

Un dettaglio del Tris di crudi

Ci sono poi le proposte del giorno, che si discostano con moderata belligeranza dal tracciato più classico, per gli atipici curiosi: ad esempio, lo sgombro marinato e bruciato con rabarbaro, cipolla e soia, oppure i ravioli con carote e zenzero ai ricci di mare, o ancora la spigola con finferli ed emulsione di canocchie. Infine, per i più temerari, c'è il Menu di Irvin, un percorso di degustazione a mano libera in 6 tappe. 

Irvin Zannoni, lo chef, è un giovane e ricciuto ravennate che, dopo tante stagioni in riviera e un'importante esperienza alla corte di Giancarlo Perbellini, 5 anni fa è approdato a Casalborsetti e, insieme al sommelier Pietro Raggi, ha preso le redini della Capannina.

Il percorso di assaggi che Irvin propone è un suggestivo e appagante racconto di mare, dove però il mare si fa tellurico e materico, lussurioso nella sua essenzialità salina. Il burro domina perentorio ma guantato nelle salse e nelle mantecature, conferendo sericità al tatto, e un'aromaticità delicatamente casearia che ingolosisce e inebria.

C'è una mano classica che utilizza sapientemente la tecnica al servizio di una semplicità compositiva e gustativa, più orientata a una lineare armonia che a una contundente e angolosa provocazione. Niente acidità viperine né amarezze taglienti. 

Sandwich di anguilla con il suo fegato, menta e aceto

Sandwich di anguilla con il suo fegato, menta e aceto

La materia prima irrompe nel Tris di crudi iniziale, con una tartare di orata e un cubo di palamita da risveglio dei sensi, di una freschezza emozionante. Il Risotto mantecato con il burro acido e servito con alici e sferificazione di rosmarino avvolge con la sua sontuosa ricchezza venata di sale.

Ma indubbiamente il grande "coup de coeur" è nel Sandwich di anguilla con il suo fegato, menta e aceto: un boccone talmente peccaminoso e carnale da diventare pornografico, deflagrante di succhi e di scivolosa grassezza, stemperati solo in parte dal vegetale della menta e dalla freschezza dell'aceto. Difficile dimenticare un'esperienza tanto lasciva.

Si beve anche bene, qui, perché Pietro è animato da una curiosità che lo porta a pensare una carta dei vini poco civettuola, con un bello spazio dedicato ai piccoli produttori e al "naturale", consigliando gli avventori con tatto e sensibilità. Grazie alla Capannina, ora, Casalborsetti ha un'estimatrice in più.

La Capannina
via Casal Borsetti, 181
Casal Borsetti (Ravenna)
+39.0544.445071
info@lacapanninacasalborsetti.it
Chiuso la domenica sera


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Lisa Foletti

bolognese, classe 1978, un tempo ingegnere civile, cantante lirica e ballerina di tango, oggi sommelier e donna di sala a Bologna. Di indole aperta e curiosa, ama il vino tanto quanto l'arte. L'ironia e il sorriso sono le sue armi

Consulta tutti gli articoli dell'autore