02-05-2017
Aidepi, l’Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane, ha presentato la guida realizzata per aiutare gli esperti di pasta e chi non lo è ancora a orientarsi nel perfetto matrimonio tra sugo e formato
Corta o lunga, liscia o rigata, fine, piena o bucata. Stiamo parlando, ovviamente, della pasta: dove la forma, spesso sottovalutata, è fondamentale. Infatti a "tagli" differenti corrispondono una cottura, una consistenza e una gradevolezza al gusto diversa.
Secondo Aidepi, l’Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane, oggi sono circa 300 i formati prodotti e consumati in Italia, leader mondiale di produzione (3,2 milioni di tonnellate) e consumo (24 kg a testa), e se gli under 30 preferiscono la pasta corta, i più amati in assoluto sono gli spaghetti, che guidano la classifica dei consumi davanti a penne, fusilli e rigatoni, quattro formati “nazionali” che coprono circa il 70% del mercato.
“A dare i numeri”, nei giorni scorsi, presso il ristorante Pipero Roma in corso Vittorio Emanuele 246, il direttore di Aidepi Mario Piccialuti che ha così introdotto la guida realizzata dalla sua associazione per aiutare gli esperti di pasta e chi non lo è ancora a orientarsi nel perfetto matrimonio tra sugo e formato. Piccialuti era assistito dal “pastaio” Giuseppe Di Martino e da Micaela Marcaccio, de la Molisana, che hanno spiegato perché certi formati danno il meglio di sé con determinati tipi di sugo e non con altri e che esistono regole precise per l’abbinamento.
E quindi se è meglio far convolare a nozze la linguina con le vongole al posto dello spaghetto - la forma piatta rilascia più amido così da dare maggiore cremosità al piatto – con la carbonara meglio usare gli spaghetti che vengono avvolti dall’uovo diventando un tutt’uno, prediligere le tagliatelle con il ragù alla bolognese che, grazie alla larghezza, si “spalmano” sulla lingua (mentre è assolutamente errata la scelta del formato nei celebri spaghetti alla bolognese così graditi dagli stranieri) e, infine, le trofie con il pesto, gli ziti con la salsa genovese e le lumachine, concave, perfette con sughi leggeri o con i legumi, quali le lenticchie, che raccolgono come in uno scrigno.
Dopo tante parole i fatti e così il giovane chef Luciano Monosilio ha fatto fare ai presenti una prova sulla “sostanza della pasta” proponendo, come entrée, un assaggio di rigatoni e di spaghetti in bianco, nature, senza alcun condimento per valorizzarne l’architettura.
I Rigatoni broccoletti, salsiccia e schiuma di pecorino romano di Luciano Monosilio
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
food writer and traveller, torinese di nascita ma romana d'adozione, da sempre nel mondo della comunicazione, scrive di enogastronomia “per caso” e per passione su diverse testate nazionali