16-09-2016

Nigella Lawson: «La cucina italiana è la migliore al mondo»

Intervista alla celebrity inglese, folgorata dai nostri cuochi Cesare Battisti e Filippo La Mantia

Nigella Lawson, londinese, classe 1960, è uno dei

Nigella Lawson, londinese, classe 1960, è uno dei volti più celebri della divulgazione gastronomica britannica. Tra i suoi programmi televisivi più noti: "Nigella Bites", "Nigella Feasts", "Nigella Kitchen". Il suo primo libro "How to Eat: Pleasures and Principles of Good Food" (1998) ha venduto 300mila copie. Nel suo passato, lunghi periodi in Italia. L'ultimo, in questi giorni per promuovere il suo libro "Simply Nigella"

Nigella Lawson torna in Italia con un nuovo libro sul piacere del cibo, composto di ricette semplici, rilassate eppure sempre appaganti. Una celebrazione serena e gioiosa del cibo che sa confortare e «far star bene, sempre e comunque». “Simply Nigella” – in libreria da ieri, 15 settembre – è un inno alla tranquillità, al piacere del mettersi ai fornelli e all’entusiasmo che contraddistinguono la celebre giornalista e conduttrice televisiva britannica.

Otto sezioni dai nomi insoliti (“Rapido”, “Con calma”, “Cibo che conforta”, “Ospiti a cena”, “Respira”, “A fianco”, “Dolce, Per cominciare”) raggruppano le 125 ricette accompagnate da immagini golose e colori tenui, in un’inedita visione del comfort food, avvolta dal tono dolce e pacato che l’ha resa uno dei nomi più amati e famosi del panorama gastronomico. 

Abbiamo avuto l’opportunità e la fortuna di conoscerla. È una donna bella e affascinante, con occhi profondi, voce suadente e pelle di porcellana: ci ha incantati da subito. Parliamo in inglese ma capisce bene l’italiano essendo stata a lungo nella Penisola, a Firenze, dove a 19 anni ha scoperto i gusti e i sapori che sono diventati poi le fondamenta dei suoi menu e dei suoi popolarissimi programmi di cucina.

Domanda classica ma fondamentale: quand’è nata la tua passione per la cucina?
Non sono nata con questa passione, da piccola addirittura mangiavo poco! Credo sia cominciato tutto all’università, quando mi sono ritrovata a cucinare per gli altri ragazzi con cui condividevo la stanza. Ma è in Italia, a Firenze, che è iniziato il mio legame col cibo. Lì ho conosciuto le bontà italiane, mi sono lasciata ispirare e ho imparato quelle ricette che ho poi portato nei miei 3 anni universitari. In Italia ho capito che il miglior cibo è quello più semplice e questa è una lezione molto importante che oggi cerco di insegnare agli altri.

Sei considerata la paladina della cucina alla portata di tutti. Che consigli dai a una persona che si avvicina per la prima volta alla tua filosofia?
Mi entusiasma molto parlare di cibo alle persone. Cerco di farlo tramite i miei libri e i miei programmi televisivi perché, in fondo, prima di essere una cuoca sono una comunicatrice. A chi si avvicina alla cucina per la prima volta il mio consiglio è di iniziare prima di tutto a farlo per se stessi, prendere pratica con i fornelli ed evitare di andare in panico nel caso qualcosa dovesse andare storto. Lo sbaglio che fanno molte persone non abituate a cucinare è proprio quello di cominciare invitando molte persone a cena: è come non avere ancora preso la patente e provare a correre in Formula 1… Prima occorre saper guidare per le strade più semplici!

"Simply Nigella. Il piacere del cibo", il nuovo libro di Nigella Lawson, disponibile dal 15 settembre anche in italiano (Luxury Books, 402 pagine, 35 euro)

"Simply Nigella. Il piacere del cibo", il nuovo libro di Nigella Lawson, disponibile dal 15 settembre anche in italiano (Luxury Books, 402 pagine, 35 euro)

Non ti piace essere considerata una chef, perché?
Non ho mai lavorato in un ristorante e non ho mai cercato di essere una chef, sono una cuoca! Essere chef non significa necessariamente sedere su un gradino più in alto, quindi non lo dico per modestia. Mi definisco una normale cuoca di casa e ne sono orgogliosa.

Sei stata critica gastronomica e giudice in diversi talent show: è più difficile fare o giudicare la cucina?
Per me cucinare è in qualche modo un atto di generosità e trovo che giudicare gli altri quando cucinano sia una cosa orribile. Non mi piace essere rude con le persone, è imbarazzante. Giudicare mi fa sentire incredibilmente a disagio, mi sento molto più me stessa e molto più rilassata quando sono ai fornelli. Di recente ho partecipato come giudice a Masterchef Australia e mi è sembrato un programma molto più generoso rispetto alle altre edizioni: gli altri giudici erano gentili e spiegavano ai partecipanti gli errori, dando loro la possibilità di migliorare.

Questo libro è una raccolta di ricette per “farci stare meglio”, quale tra queste è il tuo comfort food?
Cucinare in generale ci fa stare bene, io mi concentro nel far sentire le persone più rilassate quando lo fanno, è questo il mio vero messaggio. Trovo che a rendere più appagante un determinato cibo sia in gran parte il modo in cui lo cuciniamo. Ci sono giorni in cui desideriamo certi tipi di alimenti come pesce o verdure, e altri in cui vogliamo un bel piatto di pasta o festeggiamo con una bella torta al cioccolato. Tutto sta nell’equilibrio, in una dieta bilanciata che celebra il cibo il più possibile. È importante che in una dieta non ci siano troppe restrizioni, perché in cucina le regole rischiano di farci sentire in prigione, quando in realtà il cibo dovrebbe essere gioia, apertura, condivisione. Personalmente trovo il mio comfort food in tutti i tipi di alimenti, ma mi sento davvero coccolata da un bel piatto di zuppa, dal purè di patate e dagli spaghetti alla carbonara…pasta, uova e guanciale sono una combinazione magica!».

Le lodi di Nigella Lawson all'Ossobuco e risotto di Cesare Battisti del Ratanà. Il profilo Instagram della cuoca britannica conta su 800mila follower

Le lodi di Nigella Lawson all'Ossobuco e risotto di Cesare Battisti del Ratanà. Il profilo Instagram della cuoca britannica conta su 800mila follower

I sapori d’Italia sono spesso presenti nelle tue ricette, c’è un piatto italiano cui ti senti particolarmente legata?
Adoro gli Spaghetti alle vongole in bianco, senza pomodoro. Poi l’Ossobuco alla milanese e la Bistecca alla fiorentina: è un piatto molto semplice, ma è uno dei più deliziosi. Mi piace molto anche il Fegato alla veneziana e una semplicissima orata o un fritto misto di pesce… Mi ricordano le vacanze.

L’Osteria Francescana di Massimo Bottura è primo ristorante italiano ad aggiudicarsi il titolo di migliore del mondo, cosa ne pensi?
Sappiamo tutti che il cibo italiano è il migliore al mondo. Conosco Massimo Bottura e trovo che la sua cucina sia affascinante. Non sono ancora stata da lui ma ci andrò sicuramente.

Quali nostri chef italiani conosci e apprezzi? Ci sono altri ristoranti che ti piacerebbe provare?
Non vivendo in Italia ho potuto solo leggere dei vostri grandi chef senza però incontrarli di persona. Ho provato la cucina di Cesare Battisti, chef del Ratanà, e l’ho trovata davvero incredibile: lì c’è quanto di più bello si possa trovare nel cibo, piatti semplici, nulla di troppo complicato, ma straordinariamente buoni. Ho davvero apprezzato la sapiente combinazione di sapori così autentici. Ci tornerò sicuramente. Sempre a Milano, Filippo La Mantia è tra i miei preferiti. A Venezia invece mi è piaciuto molto il ristorante Le Antiche Carampane e Il Latini a Firenze. Voglio tornare a vivere in Italia per qualche anno, perché in fondo i luoghi che amiamo di più sono sempre quelli con cui abbiamo un legame sentimentale.


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Alda Fantin

Veneta di Bassano del Grappa, dopo un Master in Food & Wine Communication entra nell’estate 2016 nello staff di Identità Golose. Diplomata Ais (Associazione Italiana Sommelier), ora vive in Sicilia, per amore, e scrive dell’unicità dei sapori e delle persone di questa terra

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