23-12-2015

Tanti auguri, Milano

Claudio Sadler traccia un bilancio (lusinghiero) di Expo e incita: non dobbiamo perdere quell'energia

Claudio Sadler, storico ristoratore d'eccellen

Claudio Sadler, storico ristoratore d'eccellenza a Milano e presidente de Le Soste, racconta la sua città d'adozione: «Dopo la chiusura di Expo, rimane la voglia di vivere ancora e ancora in quella fantastica dimensione»

Quello che si sta per concludere è stato per Milano l’anno dell’Esposizione Universale, durata sei mesi che non ci dimenticheremo per molto tempo. L'Expo per me nasce assai prima del 2015, in quanto spesso nei miei ristoranti in Fiera a Rho mi capitò di ospitare numerosi incontri preliminari fra le autorità del Comune - allora la giunta cittadina era guidata dal sindaco Letizia Moratti - e gli ispettori del Bureau International des Expositions (Bie: è l’organismo cui spetta l’assegnazione di Expo alle città candidate, ndr) che si avvicendavano. Sin dal primo incontro avevo inteso che quanto si stava organizzando si sarebbe rivelato un grande evento. Mediatico, di sviluppo culturale, produttivo, tecnologico, di solidarietà e, non ultimo, economico.

Qualche tempo dopo, negli anni 2013-2014, la crisi era ancora viva e vegeta, e occorreva che accadesse qualche cosa di particolare per ridare la carica al Paese. La scelta precedente di candidarsi, con successo, a ospitare Expo 2015 si era insomma rivelata non solo utile, ma calzava a pennello per quei momenti. Tanto più che il tema scelto era perfetto: “Nutrire il pianeta” rimandava infatti alla cucina e alla ristorazione, settori importanti per l’Italia, su cui occorre puntare sempre più.

Sin da subito ho pensato che sarebbe stata una straordinaria occasione per far sì che Milano diventasse una grande città, più di quanto lo fosse già. Una città davvero internazionale. Questo pensiero è stato la mia guida da sempre, al di la delle convenienze personali o aziendali. L'attesa del primo maggio in realtà non è stata spasmodica, l'ho vissuta con distacco - è un po' il mio modo di fare – nell’attesa di capire come fosse meglio agire.

Dopo l'inaugurazione non molto è cambiato nella mia attività professionale: anzi, da maggio e metà giugno ho registrato un calo sensibile della clientela, soprattutto al Chic 'n Quick. Così anche altri miei colleghi. Tutti si sono preoccupati per questa inattesa tendenza, sembrava quasi la cittadinanza avesse interesse solo per Expo e i ristoranti interni all’evento risucchiassero la nostra abituale clientela cittadina. E’ stata una fase durata, appunto, fino a metà giugno: già dalla fine del mese, e poi sino a ottobre, le cose sono cambiate, i Navigli si sono affollati anche grazie agli investimenti apportati alla Darsena…

Navigli by night: con la Darsena, una delle aree più frizzanti della rinnovata Milano

Navigli by night: con la Darsena, una delle aree più frizzanti della rinnovata Milano

E’ stato stimolato in quest'area un grande flusso di persone e, dopo moltissimi anni di stagnazione, la Darsena e i suoi canali si sono dunque riempiti di gente curiosa di vedere o semplicemente di fare una passeggiata in una parte di Milano ancora autentica e a misura d'uomo. L'offerta c’era anche prima, molto eterogenea, pronta a soddisfare ogni esigenza ristorativa. Così questo angolo è diventato nuovamente un bel centro di incontro e divertimento. Settembre e ottobre sono stati i mesi del tutto esaurito.

La sicurezza ha fatto molto: nessun incidente, nessun problema sia dentro che fuori Expo. Parecchie sono state poi le iniziative extra-Expo: il Mercato Metropolitano, migliaia di eventi, tutti volevano mettere in campo la propria idea... Anche a caso, ma il solo merito di averlo fatto ha reso la città brillante di quell'entusiasmo ed efficienza che solo il capoluogo lombardo può vantare, in Italia..

Milano internazionale, insomma. Ora, dopo la chiusura di Expo, rimane la voglia di vivere ancora e ancora in quella fantastica dimensione. Mantenere la stessa energia vitale non sarà così semplice, ma credo che la città si confermerà propulsiva e positiva. Auguri, Milano


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Claudio Sadler

Classe 1956, è un riuscito connubio: milanese come pochi, per nascita e passione, ma figlio di padre trentino e mamma friulana. Il suo primo locale nel 1982, nel 1991 la stella all’Osteria di Porta Cicca, che poi brillerà anche in via Troilo, raddoppiando nel 2002. Nel 2007 il trasloco in via Ascanio Sforza 77, di successo in successo

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