25-05-2020
«Ho lo stomaco che brontola», così Gerry Scotti ha lanciato martedì scorso l’appuntamento del 19 maggio con Capolavori italiani in cucina, dedicata a una prelibatezza a elevatissimo tasso di acquolina: la Pasta alla Norma. A raccontarla Peppe Barone, il Maestro Barone come viene chiamato a Modica dove cura da lunghi anni la Fattoria delle Torri. Non solo questa insegna però come raccontato a Striscia la notizia.
Peppe Barone, e la sua socia Stefania Lattuca, da poco più di un anno sono anche Ammare sulla sabbia di Sampieri, una frazione di Scicli in provincia di Ragusa, e da meno di un anno pure Terrammare in via Sacchi a Milano, telefono +39.348.8074828, locale dove è stata girata la puntata e che riaprirà tra mille cautele il 4 giugno.
Stefania Lattuca e Peppe Barone, soci in Terrammare a Milano
La Sicilia è una ragione dalle mille particolarità, dove le bandiere gastronomiche sono dolci come cannoli e cassata ma anche lo street food con le panelle e le arancine o gli arancini a seconda di dove ti trovi perché suill’isola non si scherza con i campanilismi. Guai confondersi: a Palermo arancina perché ricorda nella forma un’arancia, a Catania arancino perché in omaggio all’Etna, prende una forma conica, a punta. Va da sé che nella vicina Messina torna al femminile per evitare di essere assimilati a Catania. E’ l’Italia che tende a dividersi più spesso che a unirsi.
Peppe Barone sulla spiaggia di Scicli
Questa è la versione più nota. Poi ve n’è una seconda che rimanda tutto al debutto assoluto della Norma alla Scala il 26 dicembre 1831. Fu un fiasco clamoroso che potrebbe avere nuociuto alla popolarità del stesso primo, finito in un cono d’ombra dal quale venne tolto anni e anni dopo, decenni, da Martoglio. In fondo non aveva molto senso festeggiare un disastro. La popolarità dell’opera più famosa di Bellini arrivò in seguito e in pochi si saranno ricordati che il piatto venne già assaggiato a Milano.
Siamo arrivati all’impiattamento: «E’ molto facile montare il tutto. Si inizia con due fette di melanzane sotto, quindi cinque o sei maccheroni conditi con pomodoro, ricotta e basilico, strato che ripeterò con grattata finale e aggiunta di una lamina croccante di melanzana fritta ondulata. E’ tutto più ragionato, ma al ristorante cerchiamo di dare un equilibrio, un senso di compiuto a quello che facciamo. E questo modo di porre la Norma, le conferisce un senso di bellezza».
Nota conclusiva: qui la ricetta e qui la puntata.
a cura di
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi