01-02-2013
L'ingresso del Manresa di Los Gatos, un'ora d'auto da San Francisco, telefono +1.(408).3544330. Il ristorante di David Kinch tratta ingredienti californiani con tecniche apprese dal cuoco nelle sue numerose esperienze in Francia, Spagna, Germania, Giappone e Stati Uniti. Due stelle Michelin da 5 anni, l'insegna è al numero 48 della World's 50 Best
Quando il lettore compulserà queste righe, che s'immagini per favore l'autore, seduto al bar del Copacabana Palace di Rio de Janeiro in compagnia di David Kinch e la sua Pim, abbronzato e sorridente, un berretto bianco di paglia calato di sbieco sulla fronte. Da Los Gatos in capo al mondo, Kinch è, di tutti gli americani di cui scrisse Henry James, quello che più ha spinto la sua educazione sentimentale lontano dalle soglie di casa. Della sua leggendaria eurofilia, del suo scettico passardismo, della sua divorante nippofilia c'è evidentemente la traccia nel culto del viaggio e del radicamento riflessivo su di sè. Non abbiamo mai visto David più felice, più sorridente da quando si è offerto, a qualche sgommata dal suo ristorante californiano, circondato dalle mitiche colline dove vissero in comunità i Grateful Dead (e poco lontano, Steve Jobs e tutti i discepoli di Apple), una Apple Farm su misura. Un ettaro e passa di risveglio della natura, un orto dei miracoli biodinamici da dove provengono quotidianamente, grazie all'accorto occhio della sua collaboratrice Cynthia Sandberg, gli stimoli del suo universo vegetale.
David Kinch nei suoi orti biodinamici di Los Gatos. La sua lezione è prevista per lunedì 11 febbraio in Auditorium. Contenitore: "Il valore rivoluzionario del rispetto"
Gli appuntamenti da non perdere e tutto ciò che è attuale nel pianeta gola
a cura di
giornalista italiano con residenza francese, già collaboratore di Gambero Rosso, Gault Millau e Libération, oggi scrive per Cook_Inc, Biscuit, 'Express e Fooding. E' french chairman di World's 50 best e creative director di Cook it Raw