12-01-2013

Tiramisù, orgoglio italiano in cucina

Giovedì 17 gennaio si celebrerà nel mondo la grandezza gastronomica del nostro Paese

Giornata importante per chi ama la cucina e cucinare quella del 17 gennaio che quest’anno cadrà di giovedì. Per il sesto anno consecutivo si celebrerà l’IDIC, l’International Day of Italian Cuisines, cucine, al plurale perché non esiste un’unica cucina italiana che strega e sfama dal Brennero a capo Passero.

Lo promuove da oltre un lustro il GVCI, il Gruppo Virtuale Cuochi Italiani, virtuali perché si tengono in contatto via internet, ma molto attivi e concreti nella quotidianità. Al vertice dell’associazione lo chef Mario Caramella e il giornalista Rosario Scarpato che ringrazio per avere ricordato nella presentazione un mio pallino. Amo infatti chiamare questo momento la Giornata dell’Orgoglio delle Cucine Italiane. Per quanto diversi nostri politici e amministrazioni, le nostre banche e la finanza ci diano ogni momento motivi per vergognarci di loro, la crisi non è certo solo colpa loro. La negatività è ovunque, anche in quelli che vanno al lavoro sbuffando perché “è un lavoro di m…” e finiscono con il rubare lo stipendio, quelli che, a tutti i livelli, si limitano a timbrare il cartellino, quelli che si impegnano solo con il ritorno garantito e non hanno mai coraggio di rischiare. Al rispetto è dedicata la nona edizione di Identità Milano, dal 10 al 12 febbraio, però la riscossa nasce anche dall’orgoglio che uno deve sentire dentro a sé per essere parte di un insieme più vasto come, nel caso in questione, deve accadere con gli interpreti del cucinare italiano.

Il 17 gennaio venne scelto perché si celebra Sant’Antonio Abate, protettore degli animali domestici, ma pure dei macellai e dei norcini. Poi la data segna l’inizio del Carnevale e allora ben venga un motivo ulteriore per fare festa a una categoria, quella dei cuochi, che ci dispensa ogni giorno bocconi di gioia. E il motivo? Combattere il falso made-in-Italy, quei prodotti, locali e piatti che sembrano italiani ma che in verità di tricolore hanno poco più del nome e allontanano le persone dalle nostre autenticità.

Il primissimo Tiramisù alle Beccherie di Treviso negli Anni Settanta

Il primissimo Tiramisù alle Beccherie di Treviso negli Anni Settanta

Le cose vanno così: il GVCI sceglie un paitto-simbolo e invita associati, amici e appassionati a prepararlo nel loro locale o a casa o dove meglio credono per condividere il piacere della buona tavola italiana. Nel 2008, anno del debutto, la scelta cadde sugli Spaghetti alla Carbonara, poi fu la volta di altri tre primi: Risotto alla milanese, Tagliatelle al ragù alla bolognese e, nel 2011, Pesto Genovese che noi in Italia sposiamo a trofie o trenette ma che nel pianeta immagino sia più facile condisca gli spaghetti. Un anno fa un secondo di carne, l’Ossobuco in gremolata alla milanese e stavolta un dolce, il più amato nel mondo: il Tiramisù, strepitoso nella sua calorica e sensuale cremosità.

Il Tiramisù (qui nel sito del gruppo la sua storia) ha una vita ancora più giovane della Carbonara. Se quest’ultima nasce a fine Seconda guerra mondiale grazie a pancetta e bacon delle truppe americane, del Tiramisù non vi è traccia scritta prima degli Anni Settanta. Di sicuro nasce a Treviso dove, leggenda vuole, che ai clienti più focosi dei bordelli venisse dato una sorta di uovo sbattuto per rimetterli in sesto, tirarli su insomma. Far fare il salto di qualità a un dessert che ricorda la Zuppa inglese ci pensarono titolari e pasticcerie delle Beccherie, sempre a Treviso quasi 40 anni fa.

Oggi esistono mille versioni, destrutturato, liquido, gelato, alla birra. Pressoché impossibile resistergli. Noi di Identità festeggeremo la Giornata dell’Orgoglio al Ratanà di Milano, telefono +39.02.87128855, dove Cesare Battisti e Danilo Ingannamorte, in collaborazione con il pastry-chef Luca Desanti, proporrà sia quello classico sia una versione innovativa.

Sempre giovedì, a New York, ci sarà festa grande con cene, dimostrazioni e la consegna dei Grana Padano Italian Cuisine Worldwide Awards a quattro personaggi che hanno fatto molto per la diffusione della nostra enogastronomia: il fotografo russo Alexander Averin, l’importatrice giapponese Tara Tan Kitaoka, lo chef e allevatore Giorgio Nava la cui stella brilla in Sud Africa e il ristoratore Piero Selvaggio di Santa Monica in California.


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Gli appuntamenti da non perdere e tutto ciò che è attuale nel pianeta gola

a cura di

Paolo Marchi

nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
blog www.paolomarchi.it
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