19-06-2018
Nella foto, da sinistra a destra, Tim Raue, Will Guidara, Enrico Crippa (in basso), Joan Roca, Massimo Bottura, Mauro Colagreco, Daniel Humm e Massimiliano Alajmo. Sono tra i protagonisti della serata della World's 50Best, sponsorizzata da S.Pellegrino e Acqua Panna, questa sera live da Bilbao su finedininglovers.com (streaming) e www.identitagolose.it (live post) dalle ore 20.45. (foto instagram/alajmobros)
Una sottile pioggia atlantica e una grande aria di festa percorre Bilbao nel mattino che prelude al gran finale della World’s50Best 2018. Questa sera scopriremo al palazzo dei congressi Euskalduna Jauregia il nome del miglior ristorante del mondo, per lo meno nel giudizio di 1.040 restaurant experts, i votanti di 26 macroregioni del mondo che hanno espresso 10 preferenze a testa. Un meccanismo che, dagli inizi del 2002, ha assunto una forza mediatica portentosa: i ristoratori che non ci sono vorrebbero esserci, e quelli che ci sono vorrebbero stare il più in alto possibile. Nelle prime 16 edizioni, hanno scalato la vetta più alta 7 volte i catalani (pokerissimo del Bulli negli anni 2002, 06, 07, 08 e 09 e doppietta del Celler de Can Roca 2013 e 15), 4 i danesi (tutti col Noma: 2010, 11, 12, 14), 3 gli americani (The French Laundry nel 2003 e 2004 e Eleven Madison Park nel 2017), uno a testa inglesi (Fat Duck 2005) e italiani (Osteria Francescana nel 2016). Chi uscirà con le braccia alzate stasera? La verità è che nessuno può dirlo ora. Perché, se c’è un primato che può rivendicare la 50Best, è l’impenetrabilità del ranking fino all’annuncio ufficiale. Un vero unicum che la distingue ad esempio delle guide Michelin, con gli spifferi di stelle che escono spesso nei giorni precedenti alle presentazioni. Su stasera si possono solo riportare rumors e congetture, che però hanno la stessa credibilità dei pronostici prima dei Mondiali di calcio: è un tirare a indovinare.
Massimo Bottura, Joan Roca e Daniel Humm, secondo, terzo e primo nella classifica 2017 nel post pubblicato su instagram da Humm, campione in carica: "Eccoci ancora qui", ha scritto lo svizzero, "Ci contendiamo i gradini più alti da tanto, ci siamo scambiati le posizioni negli anni, è stato fantastico ispirarci l'un l'altro e la parte più bella è che siamo diventati veri amici. Non importa quale sarà la classifica stasera: l'amicizia e il rispetto rimarranno e tutti saremo vincitori. Siamo molto felici di essere qui"
Foto di gruppo degli italiani a Bilbao. Con i cuochi (c'è anche Niko Romito, secondo da destra, con la sorella Cristiana, al centro) si riconoscono Lara Gilmore, Matteo e Camilla Lunelli di Cantine Ferrari, i giornalisti Eleonora Cozzella e Luca Iaccarino, Elisabetta Serraiotto di Grana Padano (foto instagram/ele_cozzella)
Ma ci sono ragioni anche per credere che l’indiano di Bangkok, 7° l’anno scorso e 21° l’anno prima, possa compiere un ulteriore gran balzo in avanti, per lo smisurato consenso costruito negli ultimi mesi, incluso il quarto titolo consecutivo di miglior ristorante d'Asia, solo poche settimane fa. Ci sono buoni motivi per pronosticare un altro colpo di reni dei fratelli Roca, non nuovi a insospettabili exploit, o la conferma di Humm/Guidara, sbarcati da poco anche sulla West Coast. Valide ragioni per assistere alla consacrazione di Mauro Colagreco, un signore che al Mirazur, 4° nel 2017, attira le simpatie di francesi, sudamericani e italiani. Per ipotizzare il titolo di Virgilio Martinez, 5° ora, un ragazzo su cui convergono i consensi di una bella fetta di votanti peruviani e sudamericani. E c’è perfino chi profetizza il titolo del basco Viktor Argunzoniz di Asador Etxebarri, 6°, paladino della cocina de producto, un genere che negli ultimi tempi sembra rimontar posizioni sul fine dining in senso stretto.
Di sicuro il genio delle griglie basculanti vedrà schizzare il consenso l'anno prossimo perché è da una settimana che il suo casolare di Axpe accoglie senza sosta voters e colleghi da tutto il mondo (tra cui lo stesso Bottura, in visibilio ieri per le sue ostriche grigliate e Romito, a pranzo da Viktor poche ora fa), al pari del vicino Mugaritz (9° nel 2017) che ha festeggiato due giorni fa il ventennale dall’apertura con una festa memorabile, di Arzak (30°), Azurmendi (38°) e Nerua (57° nel 2018), la splendida insegna di Josean contenuta nel Guggenheim di Bilbao, altra fonte del continuo sciamare di fooders in questi giorni.
Il museo Guggenheim e il ragno di Bourgeois, simboli di Bilbao (foto Zanatta)
Particolare del palazzo dei congressi Euskalduna Jauregia, sede della cerimonia di questa sera
Gli appuntamenti da non perdere e tutto ciò che è attuale nel pianeta gola
a cura di
classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt