29-04-2016

La Settimana della cucina italiana

Al via il gruppo di lavoro per l'evento: dal 21 al 27 novembre nostri chef in 130 Paesi del mondo

Ieri nuovo importante passo in avanti per la valor

Ieri nuovo importante passo in avanti per la valorizzazione della tavola tricolore nel mondo: è stato riunito per la prima volta il Gruppo di lavoro sulla valorizzazione all’estero della cucina italiana di qualità. Identità Golose c'era

Alla fine vedi Cesare Battisti, Cristina Bowerman, Enzo Coccia e Giulio Terrinoni discutere fitto fitto su cose da fare e tempi da rispettare, prospettive e integrazioni. Le promesse del Governo di spalleggiare la cucina italiana di qualità nel suo lavoro di ambasciatrice della nostra eccellenza all’estero prendono forma, acquistano concretezza, gli chef ne parlano già in termini operativi: la prima Settimana della cucina italiana di qualità si terrà tra il 21 e il 27 novembre prossimo in 130 Paesi del mondo, ossia ovunque il nostro Paese abbia una sede diplomatica, ovviamente con modalità differenti da luogo a luogo.

Oltre mille gli eventi previsti, uno sforzo inedito, mai tentato da nessuno; in ogni Paese ci sarà un cartellone specifico, ovviamente modellato secondo indicazioni unitarie. E la cosa si ripeterà ogni fine novembre, tutti gli anni. Se n’è parlato poche ore fa alla Farnesina nel corso della riunione del Gruppo di lavoro sulla valorizzazione all’estero della cucina italiana di qualità, come ci raccontano gli chef coinvolti: c’erano i ministeri, quelli che già hanno firmato il Protocollo per la cucina italiana (Affari Esteri, Politiche Agricole, Istruzione, cui si aggiungerà a giorni lo Sviluppo Economico); c’erano Ice, Enit, Cinecittà, Rai World, Anica, Assocamere, Conferenza Stato-Regioni, Coni, Federazione italiana cuochi, Unione italiana vini, Federlegnoarredo, Società Dante Alighieri, Istituto Luce, Alitalia. E c’era Identità Golose, insieme agli chef, quelli coi quali abbiamo iniziato questo racconto.

Il direttore generale del ministero degli Affari esteri Vincenzo De Luca, il sottosegretario allo Sviluppo economico Ivan Scalfarotto, il ministro alle Politiche agricole Maurizio Martina, il ministro agli Affari esteri Paolo Gentiloni e il sottosegretario agli Affari esteri Benedetto della Vedova alla presentazione del Protocollo per la cucina, il 14 marzo scorso

Il direttore generale del ministero degli Affari esteri Vincenzo De Luca, il sottosegretario allo Sviluppo economico Ivan Scalfarotto, il ministro alle Politiche agricole Maurizio Martina, il ministro agli Affari esteri Paolo Gentiloni e il sottosegretario agli Affari esteri Benedetto della Vedova alla presentazione del Protocollo per la cucina, il 14 marzo scorso

Intanto uno sguardo d’insieme. La Settimana della cucina s’inserirà nella serie di provvedimenti previsti nel Food Act ed è una declinazione di The Extraordinary Italian Taste, vale a dire il nuovo progetto complessivo di promozione continua del settore nel mondo. Significa che la Settimana ci sarà, ma non ci sarà solo la Settimana. Peraltro si propone come iniziativa significativa e di vasto respiro, che mobiliterà tutti i soggetti al grande tavolo della sala Nigra, piazzale della Farnesina, e da lì a cascata il tessuto di relazioni che questi ultimi possono mettere in campo. Si diceva delle 130 rappresentanze diplomatiche, ma anche gli 80 Istituti di cultura, i 70 uffici Ice, la rete di Assocamere, i ristoranti italiani all’estero censiti dall’Accademia italiana della cucina – sono circa 3.300 –, le 14 delegazioni della Federazione italiana cuochi, il network vinicolo, quello dei produttori di cucine riuniti in Federlegnoarredo e così via.

Esempi: gli Istituti di cultura saranno chiamati a definire incontri tematici su educazione alimentare, dieta mediterranea, cultura del cibo, tradizione gastronomica e così via, il tutto sulla base del tema di fondo della Settimana della cucina, che sarà la “Cucina dei territori”, dunque racconterà l’articolazione regionale delle nostre eccellenze.

E ancora: Cinecittà e Anica cureranno la declinazione cinematografica del piano, fornendo i filmati che narrano come la nostra tavola sia entrata nella storia del cinema; Alitalia sarà chiamata a propagandare l’iniziativa tra i cieli; Assocamere, Enit e Ice si impegneranno a definire un fitto calendario di degustazione di prodotti, cooking show e cene speciali, un po’ ovunque; saranno mobilitati i 1.700 ristoranti all’estero registrati con il marchio “Ospitalità italiana” di Assocamere, che proporranno menu studiati per l’occasione; ci saranno seminari e master class, mentre le 8 scuole tricolori nel mondo e le 45 paritarie insegneranno la gastronomia ai loro alunni. Ognuno farà la sua parte.

L’evento di lancio - ci spiega Cristina Bowerman - dovrebbe essere nella prima metà di ottobre, per questo tutte le sedi diplomatiche sono invitate a mandare il loro cartellone entro la metà di giugno. A fine giugno prossima riunione operativa. Poi partirà anche la promozione: Rai Italia – il canale degli italiani all’estero – assicura vasta copertura, sostanzialmente una settimana di trasmissioni ad hoc e spot tv. Verrà anche creato un sito trilingue, sfruttando il portale del ministero degli Affari esteri che vanta 17 milioni di accessi nel mondo.

Cesare Battisti, Cristina Bowerman, Giulio Terrinoni ed Enzo Coccia alla riunione del Gruppo di lavoro sulla valorizzazione all’estero della cucina italiana di qualità

Cesare Battisti, Cristina Bowerman, Giulio Terrinoni ed Enzo Coccia alla riunione del Gruppo di lavoro sulla valorizzazione all’estero della cucina italiana di qualità

Cesare Battisti è intervenuto mettendo in luce un paradosso: finiremo col propagandare la migliore materia prima italiana anche in luoghi dove non arriva, sostituita da sue pessime imitazioni locali. Vero, gli è stato risposto: ma la nostra produzione di qualità non ha le quantità necessarie per essere in tutto il mondo, valorizzarne l’eccellenza significherà qualificarla e, peraltro, stimolare l’incoming. La Bowerman ha proposto di contattare le università di arti culinarie statunitensi per definirvi in quei giorni delle lezioni con relatori tricolori, «ne sarebbero entusiaste!». Tante idee sul tappeto, questa volta pare si parta davvero.


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Carlo Passera

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Carlo Passera

classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera

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