17-05-2014
La Bufala Incavolata, l'ultima pizza firmata Franco Pepe e presentata in occasione dell'edizione 2014 delle Strade della Mozzarella dal 12 al 14 maggio a Paestum in provincia di Salerno. Pepe e la sua pizzeria, Pepe in grani, anche locanda per le suite all'ultimo piano, profumano il centro storico di Caiazzo in provincia di Caserta, una maniera intelligente di fare impresa interpretando i prodotti e le sapienze secolari del territorio
Non conosco personalmente Jonathan Gold, critico gastronomico per il Los Angeles Times. So però che è stato il primo food critic a vincere il Premio Pulitzer. Successe sette anni fa, nel 2007. E tanto mi basta per rilanciare un suo giudizio. Gold ha appena scritto, nel numero in edicola ora di Food&Wine, che quella di Franco Pepe a Caiazzo in provincia di Caserta “It’Probably the Best Pizza in the World” ovvero che la sua “è probabilmente la miglior pizza al mondo”.
Mi sono messo sull’attenti perché uno che vince l’oscar del giornalismo americano, pesa ben più del blog Cannucce&Babucce che spopola alla rassegna web di Roccacannuccia e non va trascurato. Jonathan si è ritrovato nella cittadina in provincia di Salerno perché l’anno scorso una ristoratrice e panificatrice sua amica, Nancy Silverton, titolare dell’Osteria e Pizzeria Mozza a Los Angeles (ma pure a Singapore), tornò dalle vacanze estive in Italia estasiata. Gold usa una parola precisa, che non si usa a casaccio: raving, delirio. “Nancy came back raving about in a pizza…”.
Franco Pepe e Imma Migliaccio alle Strade della Mozzarella 2014 a Paestum (Salerno). Imma è il motore dell'azienda biologica ABIM a Nocelleto di Carinola (Caserta), telefono +39.333.2739743. Suoi i prodotti della terra usati da Franco Pepe nelle sue pizze
Tra l’altro la Silverton dichiara di non avere mai mangiato una signora pizza a Napoli, con una chiosa di Jonathan: “La sua pizza (della Silverton, ndr) non è tradizionale, ma è superba”. Poi afferma lei: “Se non avessi conosciuto Pepe, probabilmente non avrei mai aperto una pizzeria. La gente ha fatto pizze per secoli a Napoli, ma sentivo come se Franco avesse inventato la pizza e tutti si sono poi messi a copiarlo. Come quei cuochi che abbracciarono la cucina molecolare dopo la rivoluzione di Ferran Adrià al Bulli. E’ difficile da spiegare, ma è come se Pepe splendesse di una luce speciale”. Vero.
Ritaglio dell'articolo di Jonathan Gold
Poi il grido di dolore di Pepe: “Questa mia pizza è incavolata per il tragico momento che vive la mia terra, tormentata da una crisi spaventosa che va a ferire chi lavora bene la terra, chi si impegna per fare le cose per bene, chi non si arrende”.
Tutto questo al pizza in sé non lo sa. Nella forma, nei colori ricorda la Memento, capolavoro vegano con ceci, cipolle e rucola, poi è il suo inventore e noi consumatori che la carichiamo di significati. Se le pizze rosse sono gioiose e invitanti, quelle bianche appaiono austere, non ti viene l’acquolina in bocca al solo guardarle. Devi guardarle, pensarle, quasi corteggiarle. Sono una bella donna di carattere, di una bellezza e bontà che nascono prima nella testa.
Pagina a tutta acquolina, uscita ogni domenica sul Giornale dal novembre 1999 all’autunno 2010. Storie e personaggi che continuano a vivere in questo sito
di
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi
Un tempo, la pagina a tutta acquolina in uscita sul Giornale. Oggi è una delle deliziose rubriche firmate dal nostro Paolo Marchi: signore e signori, gli Affari di Gola. Affari seri, ad alto tasso di ghiottonerie, che ritraggono un’Italia davvero squisita, tra incursioni nelle tradizioni più care al nostro palato, alla meglio gioventù del nostro Buon Paese