Davide Guidara
Faraona non arrosto, ovvero in cotture ottimizzatedi Massimo Bottura
Guida alla Guida Guida di Identità Golose: le prime magnifiche 12 gelaterie
Andrea Cason e Andrea Tortora, lezione a Identità Cocktail con i grandi prodotti Agrimontana
Da qualche anno il mondo della miscelazione sta scoprendo la parentela con quello della ristorazione. Non è un fenomeno che si esaurisce nel trovare sempre più cocktail bar all’interno di ristoranti e hotel, ma in un vero e proprio scambio reciproco di ingredienti e tecniche. Durante il congresso di Identità Golose, da poco conclusosi, non sono mancati approfondimenti ed excursus tra mixology, cucina e pasticceria all’interno del palinsesto di masterclass della prima edizione di Identità Cocktail. Una tre giorni in cui le idee di chef, cuochi e pasticceri sono state accompagnate dalla poliedricità di alcuni prodotti, che hanno scoperto un’inedita affinità con territori mai esplorati fino a quel momento.
Per Agrimontana, azienda cuneese della famiglia Bardini, è stata un’occasione per ribadire la versatilità dei suoi ingredienti partendo dalla comfort zone della pasticceria fino a sperimentare nuovi utilizzi. È proprio da concetto di “comfort”, di semplicità e vocazione che si è mossa la masterclass Semplice, Giusto e Sbagliato firmata da Andrea Cason, bartender e co-fondatore di Bartenders snc (Verona) e da Andrea Tortora, pastry chef del St. Hubertus di San Cassiano in Badia.
A sinistra il cocktail Sal’n’ Pepper, a destra il Punch accompagnato dal pan perdu. Viene presentato liquido e poi mantecato all’azoto
Il Giusto è un cocktail chiamato Sal’n’ Pepper e che parte dallo shrub, preparazione già presente nel 1500/1600 e dalla spiccata acidità: succo di maracuja, aceto di mele, succo di lime fresco più le note erbacee e fresche del mezcal accolgono il calore intenso del bitter al cioccolato. Sal’n’ Pepper trova il perfetto abbinamento secondo Tortora, in un dessert “fuori dal piatto” che porta le materie prime Agrimontana lontane dal loro territorio d’origine. Pere e frutto della passione dell’azienda sono arricchite dai sentori di agave affumicata e mirtillo nero fermentato e rese tutte nella forma di gelatine, che vengono fatte asciugare all’aria per 24 ore. Si ottiene così un gioco di croccante e morbido, intensamente fruttato, che porta a una piacevolezza immediata a completamento del cocktail.
Da qui si approda, in un percorso di confronto tra bartender e pastry-chef, a un’idea “sbagliata” che, una volta assaggiata, si rivela di grande impatto e intensità per il palato. Per arrivare a questo risultato, non solo è stata fondamentale la condivisione di alcune tecniche comuni alla pasticceria come l’utilizzo del sottovuoto e dell’azoto, ma anche una perfetta conoscenza delle basi storiche di ciascuna area di competenza.
Non da ultimo, la frutta di Agrimontana – candita e non – ha compiuto altri interessanti digressioni nella mixology. Alcuni esempi degni di nota sono il cocktail del bartender Tommaso Cecca, che ha utilizzato il passion fruit Agrimontana insieme al Rum Botran, liquore al sambuco, lime, angostura e cannella. Un vero bon bon da bere è invece lo Sweet Love di Fabiano Omodeo ed Edy Perissinotto, con marron glacèe Agrimontana, granella di Nocciole Igp Piemonte Agrimontana, cioccolato e Anghelo Ruju di Sella e Mosca.
sceneggiatrice e scrittrice, dalla scuola di giornalismo enogastronomico del Gambero Rosso è approdata a Identità Golose
Tutto sull’edizione 2018 di Identità Golose, a Milano da sabato 3 a lunedì 5 marzo. Il tema della quattordicesima edizione sarà “Il fattore umano”