03-12-2022

I maiali che salvarono Dublino, Flaming Pig e la rinascita del whiskey irlandese

Nel 1975 eran solo due le distillerie sull’Isola di Smeraldo, oggi son 39 (più altre 15 in cantiere). Nostro focus su una delle migliori: Flaming Pig, dall'intensa affumicatura. Elemento che, come la denominazione, ricorda un lontano fatto storico...

Dai porcellini delle fiaba a tutti nota ai maiali della fattoria di George Orwell, l’epica del “porco” percorre in lungo e in largo la storia della narrativa. In pochi però sanno che fra i meriti da ascrivere a questa specie animale vi è quello di aver salvato da un incendio una grande capitale europea.

Era il 1875 quando Dublino fu scossa dal Great Whiskey Fire. Un incendio scoppiò, per cause del tutto ignote, nel magazzino doganale di Malone, dove 5000 barili del prezioso liquido erano conservati in attesa di essere esportati. Le conseguenze del rogo, divampato in una zona centrale e molto popolosa di Dublino, sarebbero potute essere devastanti. Fu il grugnito di alcuni maiali, un suono che può raggiungere i 130 decibel di intensità, a far svegliare la città, ad attivare i pompieri e a consentire di domare le fiamme.

Insomma un maiale, fra le fiamme, salvò Dublino e il whiskey. Ed entrò così nella leggenda.

Oggi, a più di cento anni, Flaming Pig rende onore al "maiale che salvò il whiskey" con un distillato che si propone come uno dei prodotti della nuova tradizione irlandese. Attenzione: whiskey con la “e” e non con la “i” alla scozzese. La differenza, sottile, deriva da una diversa allitterazione della parola gaelica irlandese Uisce Beatha, acqua della vita, da cui deriva il termine moderno.

Blend di whiskey irlandesi single malt e grain, Flaming Pig deve il suo nome anche a una particolare pratica nel processo produttivo che ne rende unici flavour e gusto. Le note speziate e decise del blend sono infatti conferite dalla maturazione, lunga sei mesi, del distillato in botti ex bourbon extra-carbonizzate. Il processo di charring delle botti è comune a quello praticato negli Usa per il Bourbon. In Irlanda per produrre Flaming Pig le botti sono più che tostate. Sono portate a un livello 5, il massimo, di carbonizzazione per far sprigionare, al termine dell’affinamento, il gusto morbido dal sentore legnoso e caramellato, che lo rende perfetto per la mixology e l’after dinner.

Flaming Pig è il prodotto di un idea vincente di Joey Shore e Flor Prendergast, due amici che hanno voluto creare uno spirits semplice e distintivo rispetto alle molte marche già presenti in commercio. È caratterizzato da un sapore profondo e complesso dovuto all’intensa e inusuale affumicatura. Flaming Pig fa parte della nouvelle vague dei whiskey irlandesi che si stanno rilanciando all’attenzione degli appassionati e dei bartender di tutto il mondo.

Nel 1975 erano solamente due le distillerie rimaste aperte sull’Isola di Smeraldo, rispetto alla 95 di cento anni prima. Da quel momento in poi si è assistito a una ripresa delle produzione tanto che oggi le realtà distillerie sono 39 e altri nuovi 15 progetti sono in cantiere o in fase di progettazione. Numeri che certificano il boom del whiskey irlandese, apprezzato per le sue note morbide e vellutate, tipiche di un processo di maltazione dell’orzo svolto in forno invece che sulle grate di essiccazione alimentate dalla torba scozzese e delle distillazione discontinua in Pot Still. Il processo produttivo irlandese prevede infine tre distillazioni, in luogo delle due scozzesi e normalmente viene utilizzato orzo non maltato insieme al malto.

Flaming Pig entra in tante preparazioni classiche da banco della mixology: dall'Old Fashion al Manhattan, dal Whiskey Sour al Rob Roy. È perfetto per chi rifugge le grandi liturgie e apprezza qualità del gusto e aroma. Un whiskey anticonformista da condividere con gli amici come nella grande tradizione dei locali e della beva irlandese. Flaming Pig è parte della Vantguard Collection, gruppo spagnolo dal vasto portfolio di prodotti, capace di soddisfare le esigenze di appassionati e professionisti del settore.


Shake & shock

ll mondo dei cocktail e dei bartender raccontati da Identità Golose.

a cura di

Maurizio Trezzi

giornalista, classe 1966 con una laurea in Fisica e oggi un lavoro da comunicatore. Ha raccontato due Olimpiadi e 5 Mondiali di atletica leggera su Eurosport. Super appassionato di buona cucina, rhum caraibici e golf

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