Sergio Falaschi
Galetto in vescica
Dolcezze Clèa a Milano, la pasticceria di nuova generazione che gioca tra dolce e salato
Nel ritratto di Brambilla/Serrani a Identità Milano 2015, Vitantonio Lombardo, chef e patron della Locanda Severino di Caggiano, l’ultimo paese campano appena prima della Basilicata, in provincia di Salerno. Nelle parole di Sonia Gioia, "Un cuoco un po’ matto e un po’ titano che ha deciso di restare a quel paese"
Cristo s’è fermato cinquantaquattro virgola uno chilometri sopra, quando dici la sfiga. Provaci tu a convincere il figlio dell’Altissimo a scendere da Eboli a Caggiano, tremila anime (anzi 2864) arroccate sul picco più alto della provincia di Salerno. Dirimpettai i monti Alburni, il golfo e la marina di Paestum alle spalle delle rocce li puoi soltanto immaginare, ma senza nostalgia perchè l’orizzonte è lo stesso mozzafiato e l’aria frizzantina, che conserva intatta l’allegria. «Ma che ci fai qui, vienitene a New York, anzi a Parigi», magari a Milano volendo restare in terra patria. È la solfa che Vitantonio Lombardo, chef stellato di stanza a Caggiano, si sente ripetere a prevedibili scadenze come tutti i cuochi un po’ matti e un po’ titani che hanno deciso di restare a quel paese. «Ma i matti sono loro», si ripete guardando innamorato la linea di confine fra monti e cielo dalle finestre di Locanda Severino, a un passo da casa dove lo aspettano Giulia e Nicolina, l’amore di fianco, raggiungibili senza traversate metropolitane.
DA NEW YORK A MILANO. La Pizza in black, ormai piatto simbolo di Vitantonio Lombardo. (Brambilla/Serrani)
Con Angelo Rumolo, pizzaiolo sodale cilentano
Cronista di professione, curiosa di fatto e costituzione, attitudine applicata al giornalismo d’inchiesta e alle cose di gusto. Scrive per Repubblica, Gambero rosso, Dispensa
Cronache dalla periferia al centro dell'impero gastronomico, raccontate da Sonia Gioia, affascinata dal personaggio di Silvia Ziche