Sean Brock
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In bianco, Gennaro Esposito con Massimo Bottura, ospite illustre al battesimo della dodicesima edizione di Festa a Vico, in Penisola Sorrentina. Il fondatore e curatore della festa più attesa del gastromondo rivendica orgoglioso il risultato più importante: "Ogni anno raccogliamo mediamente dai 120-140mila euro di beneficienza" (foto Adriano Gorgoni)
Festa a Vico, edizione numero dodici. Da una dozzina d’anni il solstizio d’estate nel calendario gourmet, passa da qui. La bella stagione arriva con le vertigini sulla scogliera salernitana dove va in scena l’orgia del gusto, la festa pagana dedicata alla gola officiata dall’esercito in divisa Bragard che arriva da tutt’Italia. E se diluvia, va bene lo stesso. ‘O miracolo di Gennarino, al secolo Gennaro Esposito, si rinnova a giugno, per non eclissare i miracoli del Santo vero. Certo è che anche la Festa di Vico Equense scioglie il sangue, ma quello di tutti. E pure il cuore visto che in mezzo a tanto gozzovigliare in 12 anni ci è pure scappato un gruzzolo di beneficienza a sei zeri.
Com’è iniziata? Ognuno fa i suoi errori nella vita (ride, ndr). Era il 2002, tenemmo qui il congresso dei Giovani ristoratori d’Europa e io organizzai per tutti una festa a sorpresa che, posso dirlo?, è rimasta nella storia. Una roba avventurosa, organizzata all’ultimo momento, naturalmente piovve e quindi sposta di qua, sposta di là, problemi persino con la musica. Insomma, il caos. Alle 23, non so nemmeno io dire come, tutto ritornò alla normalità. Chiedo perdono perché sicuramente dimentico più di qualcuno, ma a cucinare c’erano personaggi del calibro di Ciro De Gennaro, pizzaiolo, chef come Norbert Niederklofer, Karl Baumgartner. Un maestoso banco di frutti di mare imbandito dalla Irsvem di Pozzuoli, circa 50 produttori di vino campano. Un produttore di olive, che naturalmente si chiama Ciro, che per tutti i guai che dovemmo affrontare quella sera non mi ha salutato per tre anni. Oggi siamo grandi amici e ce lo ricordiamo ridendo. Insomma un delirio. Ma venne fuori una festa meravigliosa. Avevamo calcolato 200 ospiti, alla fine eravamo oltre 500, e tutti ubriachi, soprattutto di gioia. Quella notte sentii qualcuno che diceva “una festa così bisognerebbe farla tutti gli anni”. L’anno dopo è nata Festa a vico. Chi lo disse? Me lo ricordo bene. Erano in tre, una giornalista, Licia Granello, e due produttrici di vino, Raffaella Bologna e Anna Abbona.
Come sempre, la Festa ha preso il via nei vicoli del centro di Vico: fiorai, giornalai e boutique trasformate in ristoranti improvvisati
Vico affolatissima in ogni dove
Cronista di professione, curiosa di fatto e costituzione, attitudine applicata al giornalismo d’inchiesta e alle cose di gusto. Scrive per Repubblica, Gambero rosso, Dispensa
Cronache dalla periferia al centro dell'impero gastronomico, raccontate da Sonia Gioia, affascinata dal personaggio di Silvia Ziche