Jordi Butron
Riso latte e zucca (versione dolce)
Primo piano Su Identità Digitali, sette piccole rivoluzioni e un unico comune denominatore: la pasta
Un wet market a Macao, Cina (foto Anthony Kwan/Getty Images)
La bat-pietanza del famigerato mercatino di Wuhan, non ha solamente scatenato un terremoto nelle economie contemporanee. Come in un film gotico di Tim Burton, ha sancito anche la fine di tradizioni secolari ancorché, alcune di esse, considerate creepy ma pur sempre tipiche della quotidianità di un popolo. Proprio mentre la città di Yulin, nel Guangxi, si appresta come ogni giugno a celebrare il Solstizio d’Estate col rituale “Festival dei lychee e della carne di cane”, dove migliaia di animali domestici vengono abbattuti; la provincia del Guangdong, la più popolosa del paese (quasi due volte quella italiana), ha vietato dallo scorso aprile qualsiasi commercio di animali selvatici e domestici come cibo. Da notare che il Guangdong, nella cultura cinese, è nota a tutti come il luogo in cui si mangia qualsiasi cosa che si muove, o per dirla con loro: «Qualsiasi cosa che ha la colonna dorsale non dritta» o «Qualsiasi cosa che ha quattro piedi e non è un tavolo». Certo, alcuni dubbi rimangono, perché anche il famoso pangolino, scomodato dal suo anonimato durante le ricerche su cosa aveva creato il mega-ur-paziente-zero di Wuhan, era stato bannato da anni. Ma la prassi di alcuni locali era proprio quella di sfidare la legge e proporre ai propri ospiti di riguardo qualcosa di eccezionale e unico («dare la faccia», come si dice in mandarino). Per fare show-off. Un po’ come da noi si faceva quando qualcuno riusciva a mangiare sulle coste italiane o croate i vietatissimi datteri di mare, però in scala molto maggiore. Si pensi che il traffico degli animali esotici nei wet market cinesi, solo nel 2018 ha rappresentato un giro d’affari da 73 miliardi di dollari.
Pangolino, mammifero simbolo nei mesi del coronavirus
Divieto di sputo
Giornalista col vizietto dell'esterofilia (da buon germanista) e del cibo (da buon modenese), ora vive felice in Cina, a Shanghai, tessendo ponti tra Oriente e Occidente
Approfondimenti golosi dalla Cina e dall'Estremo Oriente a cura del nostro inviato Claudio Grillenzoni