25-02-2016
Il racconto d'Identità Golose sulla realtà della sala nella grande ristorazione italiana fa tappa a Marina di Nerano, un pugno di casa e una "nave" che trasuda determinazione, sacrifici, qualità, abnegazione. Per fare di una semplice taverna un punto di riferimento per l'alta cucina
A volte, pensando al passato, credo di essere nata con la divisa di servizio e un calice di vino in mano! Da sempre nel ristorante di famiglia, tra tavoli e sedie, pentole e coperchi, il miglior posto per dormire era il guèridon, dove ero cullata - come confortevole ninna nanna - dalle voci di mamma e papà alle prese con il servizio della cena. Il destino sembrava portami altrove: le mie doti artistiche e l'amore per il pianoforte… La voglia di viaggiare e conoscere mi spinsero a frequentare il Conservatorio di S.Pietro a Maiella e a iscrivermi a Economia e Commercio. Fuggivo da Nerano, piccolo borgo di provincia, realtà troppo piccola per le mie aspirazioni di adolescente.
La Taverna del Capitano
I frutti sono arrivati. Sono stata prima sommelier della Campania e finalista primo sommelier d'Italia nel 1994, poi componente del panel al Premio Nazionale Ercole Olivario in qualità di mastro oleario. Ho scoperto alfine che anche le donne – sì, le donne! - potevano diventare maître. Il premio Maître dell'anno per la guida dell'Espresso ha ratificato tale realtà.
Alfonso Caputo
Raccontare ogni giorno, più volte al giorno, la cucina di Alfonso, il suo lavoro, interpretare il suo pensiero attraverso i piatti è come presentare agli ospiti la nostra vita. Come mio padre mi ha insegnato, significa dare vita a ciò che si produce. Il nostro lavoro è bello perché basato sulla condivisione. Ogni giorno condivido la mia passione con collaboratori che ci seguono, sono affiatati, felici di poter lavorare insieme, stimolati a fare sempre meglio. Investono fatica e sudore per far conoscere non solo sapori ma soprattutto valori. L'esperienza dei nostri ospiti dovrà essere speciale, perché l'ospitalità siamo noi che la facciamo.
Dedico tutto me stessa alla “nave”, perché siamo la voce, il cuore e la testa dell'azienda. Condivido con collaboratori e famiglia vittorie e sconfitte, con la consapevolezza che ogni giorno facciamo quello che ci piace fare, e che abbiamo la fortuna di poterlo fare. Sapersi muovere tra i tavoli, intuire le necessità del cliente, interpretare i segnali per poter servire meglio, coccolare i commensali: sono queste le basi del nostro lavoro. Per rendere tutto ciò realtà ci vuole impegno, passione, ma anche studio e formazione affinché la nostra nave porti in tutto il mondo il suo carico di uomini e donne che hanno a cuore la propria terra.
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Il lato pubblico del ristorante visto dai suoi protagonisti: maître e camerieri
di
Classe 1967, sommelier e proprietaria con il fratello Alfonso del ristorante con camere Taverna del Capitano a Massa Lubrense (Na). Ha due figli, Fabrizio e Federica
Retroscena e curiosità di un mestiere affascinante, storie di grandi donne e uomini che hanno scritto la storia della ristorazione italiana e internazionale, visioni e consigli per alimentare nel tempo un ritorno al vero polmone dell’ospitalità: dritti In sala