16-01-2005

Taverna Kerkira

Bagnara Calabra (Reggio Calabria) L’insegna deve mettere sul chi vive: Taverna Kerkira ovvero Taverna Corfù. Sul chi vive nel senso che la carta di Fulvio Dato, chef e patron, riflette le radici ben diverse della sua famiglia, dei suoi genitori che arrivano da due regioni ben diverse. Kerkira è il nome greco di Corfù, l’isola che cambiò la vita di Rosario Dato, classe 1914, in guerra prima sul fronte albanese, quindi su quell’isolone. Era lì con la divisione Acqui, poi annientata dai tedeschi: diecimila italiani morti a Cefalonia e seicento a Corfù dove Rosario, fu un’eccezione felice. Non solo si salvò ma trovò l’amore di una vita, Marika, al punto che il loro primo figlio, Domenico, geometra, venne concepito là, al fronte. Fulvio invece, velista prima di scoprire fuochi e fornelli, e Rosvita, contrazione di Rosa Evita, un tempo architetta, sarebbero invece nati in Calabria. Il posto è la sintesi delle culture di una madre greca e di un padre calabrese, il desiderio di Fulvio e di Rosvita di tenere vive tradizioni greche che in Calabria hanno radici profonde ma sulla spoda jonica della provincia di Reggio Calabria e certo non per un padre militare là durante la seconda grande guerra. L’aprirono fratello e sorella ventidue anni fa, nell’83: lui cura la parte salata e lei quella dolce. In Italia, per i più quella greca è una cucina vacanziera, buona giusto quando sei in vacanza tra Paxos e Rodi. Tornati in patria, se si va in qualche locale greco è giusto per un revival di amori o allegrie estive, certo non per deliziarsi. Quella di Fulvio è l’eccezione. Il motivo è semplice: non solo si documenta sui segreti delle tradizioni della patria d’origine di sua madre, ma dà loro corpo con passione e materie prime di qualità. Da lui sono buoni persino i vini e il Mussaka non è una mappazza, ma un insieme di sapienza e profumi così come le Farfalle allo yogurt una piacevole sorpresa. La tiropitakia è formaggio avvolto in sfoglia fillo e poi fritto, il sauro alla corfiota, da cui discenderebbe il saor veneziato, sono invece filetti di orata cotti in aceto e uva passa, la yaprakia involtini di verza, carne trita e riso, l’exokikò uno spezzatino di maiale e feta. Va indagata anche l’origine del burdetto, zuppa di pesce fresco o di baccalà con paprika, il cui nome rimanda subito al brodetto marchigiano e a quelli dell’Alto Adriatico. Non mancano i classici: taramósaláta, tzatzíki e moussaká, ma eseguiti con mano felice e leggera. Lo tzatzíki mi ha stregato, anche perché non torna su. È l’umore che invece sale alle stelle. .

TAVERNA KERKIRA
Corso Vittorio Emanuele, 217 BAGNARA CALABRA (Reggio Calabria)
Telefono: 0966.372260
Chiusura: lunedì e martedì Ferie: 1°agosto / 15 settembre
Prezzi medi: antipasti 6,50, primi 7, secondi 11, dessert 6 euro
Coefficiente di difficoltà: sufficiente, cucina d’autore

Cibi Divini

I ristoranti di tutto il mondo raccontati nel Giornale da Paolo Marchi dal febbraio 1994 all’inverno 2011. E dalla primavera per i lettori del sito identitagolose.it

a cura di

Paolo Marchi

nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
blog www.paolomarchi.it
instagram instagram.com/oloapmarchi

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