15-08-2017

A Tricase c'è una Taverna sul porto

I fratelli Coppola, papà pescatore, curano sull'Adriatico una deliziosa osteria salentina che è anche pizzeria e pescheria

Un dettaglio della Taverna del porto a Tricase Por

Un dettaglio della Taverna del porto a Tricase Porto in Salento, un tavolino perfetto per accomodarsi in attesa arrivi chi aspetti, e magari è in ritardo, o tu sei in anticipo

Taverna del porto, segnarsela. Il consiglio vi tornerà utile subito se state villeggiando nel lembo estremo del Salento, oltre Maglie e, ovviamente, prima di Leuca, oppure in futuro, alla prima visita in questa terra dai tratti magici, sognanti.

La taverna, che è anche pizzeria e pescheria, è quella dei fratelli Coppola, Alessandro in cucina e Pierluigi in sala, loro padre, Mario, è stato a lungo un pescatore. Quanto al porto, bisogna prestare attenzione a Tricase Porto, la marina di Tricase sull’Adriatico, in questi giorni molto affollata, ma basta un po’ di pazienza e tutto va per il verso giusto.

Un consiglio: non appena con l’auto siete vicino al molo e al bacino protetto dalla diga, tutto molto raccolto e coccolo, parcheggiate nel primo spazio libero che trovate. Due passi fanno solo bene. Spalle alla collina e alle ville più belle e

Il piatto dei crudi alla Taverna del porto

Il piatto dei crudi alla Taverna del porto

centrali, la taverna è verso sud, verso Marina Serra, sulla destra. Davanti la litoranea, un marciapiedi, scogli, mare, cielo.

Casetta isolata a due piani, tutta bianca all’esterno e molto azzurro dentro, si pranza o cena al piano terra. Ricorda una trattoria greca, anche per alcuni manifesti sui muri e per lo spirito di chi serve. Lì da tempo immemore, i Coppola vi entrarono nel 2014. Una stagione di rodaggio e in inverno la ristrutturazione, tutto bello e pronto per l’estate 2016.

In carta si legge «cucina marinara», il pesce è quello pescato localmente, l’impasto, pane o pizza che sia, matura almeno per un giorno e mezzo, il lievito è quello madre, la tradizione impera, ma non è un dogma che mette i paraocchi. Meno di venti le pizze, dodici classiche, dalla Marinara a 3,5 euro alla Frutti di mare a 10, più cinque cosiddette del giorno a 9,5. In altre parti le avrebbero chiamate gourmet, termine ormai troppo spesso usato senza tanto senso, giusto per stupire con abbinamenti assurdi, slegati da ogni contesto. Qui invece la pizza

Spaghettoni ai ricci di mare

Spaghettoni ai ricci di mare

mozzarella e polpa di ricci di mare trae la sua forza dai ricci che puntinano scogli e fondali attorno.

Poi la parte cucina. Potrete scegliere primi e secondi ma non gli antipasti, un pasto nel pasto e ogni piattino che arriverà al vostro tavolo non è mai banale: ostrica, ricci, gamberi, cozze, fasolari, scampi, un arcobaleno di crudi. Poi sgombro in crema di piselli e pomodori confit; polpo, friggitelli e ricotta; baccalà fritto, rape rosse ed erbette; involtini di melanzane; panini di mare…

E ancora zuppetta cozze e vongole; granfritto di paranza ma anche fritto di pesce azzurro così come fritto senza spine che vuole dire totani e gamberi; primi come le linguine aglio, olio, peperoncino e pesce del giorno a profumare il tutto, i rigatoni pomodorini e pesce angelo o le linguine alla polpa di granchi, lo spada alla griglia, spiedini, polpo croccante fino all’immancabile alternativa dolce: sorbetto al limone o spumone?

La facciata della Taverna del porto dei fratelli Coppola, Alessandro e Pierluigi

La facciata della Taverna del porto dei fratelli Coppola, Alessandro e Pierluigi

Taverna del porto
Lungomare Cristoforo Colombo 121
Tricase Porto (Lecce)
Telefono: +39.0833.775336
Sito: tavernadelporto.com
E-mail: info@tavernadelporto.com
Chiusura: mai in estate, aperto pranzo e cena
Prezzi medi: il grande antipasto di mare 15 euro; fritti e primi 13; dalla griglia 14; dessert 3,5.
Coperto e servizio: 1,5 euro


Cibi Divini

I ristoranti di tutto il mondo raccontati nel Giornale da Paolo Marchi dal febbraio 1994 all’inverno 2011. E dalla primavera per i lettori del sito identitagolose.it

a cura di

Paolo Marchi

nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
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