11-01-2023

La storia di Giusti Wines nel trevigiano: un progetto di riscoperta della bellezza

Siamo a Nervesa della Battaglia: qui la famiglia Giusti ha deciso di investire tutte le risorse in un piccolo territorio per la riscoperta di vitigni resistenti

Ermenegildo Giusti

Ermenegildo Giusti

La bellezza della gratitudine, o meglio: la bellezza è gratitudine. Ascolti Ermenegildo Giusti, viaggi nel mondo con lui e con il suo vino ti ritrovi poi a casa, il luogo dove tutto è cominciato e di cui l’imprenditore si prende cura anche con il progetto dei vitigni resistenti. Dalla vite ai tesori architettonici che il tempo o l’indifferenza hanno ferito, il passo è stato breve e deciso per Giusti Wine.

Così la degustazione a “Il Liberty di Milano diventa uno sguardo accurato nel futuro della viticoltura e di ciò che deve stare a cuore anche fuori dal vigneto. Ermenegildo si trasferisce giovanissimo in Canada, dove fonderà la Giusti Group of Companies, un colosso nel Paese. Ma lui è e resta profondamente italiano, trevigiano: «Sono nato nella campagna e una delle memorie più belle era quando si schiacciava l’uva con i piedi da bambino». Avverte il bisogno di valorizzare nel mondo ciò che gli italiani sanno compiere in maniera mirabile, ma anche di ringraziare per ciò che è riuscito a conquistare.

Una vista della tenuta

Una vista della tenuta

È nel Montello che con il nuovo millennio investe e in particolare a Nervesa della Battaglia. Spiega, rivolgendo un sorriso devoto alla moglie Maria Vittoria: «Ho portato via la ragazza più bella del paese, dovevo farmi perdonare e dire grazie anche di questo». Restituire bellezza con bellezza. Non è il passato che guida le mosse di Giusti, è un equilibrio che sa anche portare rottura, perché lui crede profondamente nell’innovazione. Guai a dirgli: si è sempre fatto così. Tanto che dichiara: «Ho deciso di investire tutte le risorse in un piccolo territorio, un Comune collinare con poco più di 6 mila abitanti, perché volevo davvero cambiare qualcosa. Volevo portare tutti a migliorare il rispetto per il proprio territorio ed essere orgogliosi delle proprie origini». Ciò che fa fiorire è quindi un modello, seminato con un investimento di 80 milioni di euro in poco più di 20 anni per rendere Nervesa della Battaglia un gioiello di armonia.

Ermenegildo Giusti durante lapresentazione al ristorante Il Liberty di Milano

Ermenegildo Giusti durante lapresentazione al ristorante Il Liberty di Milano

Tutto inizia nel 2000 con la donazione di 2 ettari di vigneto, ceduti dalla suocera; prosegue con il restauro dell’Abbazia di Sant’Eustachio, dove nel Cinquecento fu scritto il Galateo. Ermenegildo si ricorda limpidamente di com’era quando ci passava da bambino e non può sopportare di vederla condannata al declino. Il fulcro: la realizzazione della cantina ipogea, disposta su cinque piani fino a 8 metri sotto terra, e l’acquisto di 10 tenute per 125 ettari, dove i boschi di castagni, querce e acacie sono fedeli compagni come la fauna che vi fa ritorno. Tra le tracce di questo impegno, legato alle origini eppure non meno al futuro, la riscoperta della varietà autoctona Recantina, che stava scomparendo. Lui l’ha presa per mano e l’ha riportata nella storia del territorio, accanto al vitigno Glera, con l’enologa Graziana Grassini che ci racconta il non meno appassionato impegno per la natura.

L'enologa Graziana Grassini con Ermenegildo Giusti

L'enologa Graziana Grassini con Ermenegildo Giusti

Qui a Milano si esplora un progetto speciale che prende identità nel Sant’Eustachio, vino prodotto con Sauvignon Nepis.

Di che cosa si tratta? Del progetto dei vitigni ibridi resistenti: difatti è presente il professor Stefano Poni, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, che ci guida in un percorso dove emerge un’altra parola chiave: pazienza. Il Sant’Eustachio è il primo vino interamente prodotto da Piwi, resistente ai funghi, dal tedesco Pilzwiderstandfähig perché in Germania è iniziato questo studio nel 1968. Giusti Wine è stata pioniera nell’impiantare vitigni resistenti e oggi ha 6 ettari con queste caratteristiche.

«Oggi ci sono 35 Piwi registrati nel catalogo nazionale – spiega il professor Poni – un numero che sta aumentando. La viticoltura è un’attività agricola tra le più impattanti sull’ambiente, in Europa occupa il 3% della superficie agricola e impiega il 65% di tutti i fungicidi. I vantaggi delle varietà resistenti, su cui la ricerca avanza, sono evidenti, riducendo i trattamenti. Attenzione, non si tratta certo di Ogm, bensì di un incrocio, un incrocio classico, padre e madre, che rende le viti resistenti ai patogeni». Natura e ricerca alleate rispettosamente. Così oidio e peronospora non sono più temibili: si tratta di una spinta alla sostenibilità, ambientale come economica.  Nell’Unione Europea ci si sta confrontando su come inserire in modo armonico questo lavoro nelle denominazioni italiane.

Allora, ecco il Sant’Eustachio Sauvignon Nepis 2021: nasce dall'incrocio fra Sauvignon e Bianca nella Tenuta Abazia ed è la seconda varietà a contenere i geni di resistenza. Ci vuole pazienza perché un incrocio deve diventare maturo e pronto per andare sul mercato.

Per questa etichetta, la fermentazione primaria avviene a temperatura controllata ad opera di lieviti selezionati; quindi il vino è conservato a contatto con il lievito di fermentazione ed agitato periodicamente fino alla preparazione all’imbottigliamento. A tavola, ci accoglie con il suo colore paglierino dai riflessi che sfumano nel verdognolo e al naso si distingue per una ricchezza elegante tra frutta esotica e agrumi, con l’incedere di note erbacee. Dentro, si respira quel desiderio di armonia con la natura che è al centro del progetto Giusti Wine. Questo vino nella degustazione è preceduto dall’Asolo Prosecco Superiore Docg Extra Brut by Graziana Grassini 2020, dalla tenuta Aria Valentina, in cui le note fruttate – in primis di mela golden – conducono a una mineralità di carattere.

Nepis

Nepis

Un incontro affascinante è quello con Augusto Doc Montello – Colli Asolani 2019: qui scende in campo la varietà Recantina, che sa garantire una personalità spiccata, con una morbidezza e una varietà di aromi che cantano i protagonisti di questa zona, dal terreno ai suoi frutti, eppure si presta con affabilità ad abbinamenti anche molto differenti. Un omaggio al papà di Ermenegildo Giusti, Augusto appunto. Della stessa annata, Umberto I Docg Montello Rosso Superiore: Cabernet Sauvignon e Merlot si incontrano in un gioco serioso di note fruttate e spezie, di decisione e finezza. Si torna indietro di una generazione ancora con nonno Umberto e la gratitudine è ancora una volta il sentimento che attira l’attenzione.

Espresso anche nella cantina, progettata dall’architetto Armando Guizzo: 15 milioni di investimento e 5 anni di lavoro, di cui quasi la metà assorbiti dalla burocrazia. Un’opera d’arte ed essa stessa un omaggio, alla natura, a quella carezza che sembrano imprimere le colline.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Marilena Lualdi

responsabile de l'Informazioneonline e giornalista di Frontiera - inserto de La Provincia, scrittrice e blogger, si occupa di economia, natura e umanità: ama i sapori che fanno gustare la terra e le sue storie, nonché – da grande appassionata della Scozia – il mondo del whisky

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