27-07-2021

Podere Forte in Val d'Orcia, il bello e il buono della Toscana

L'azienda vitivinicola, che comprende l'Osteria Perillà, ha restaurato la cappella di Vitaleta, del '500. Pasquale Forte: «La terra ci è stata data in prestito, dobbiamo restituirla migliore»

Pasquale Forte, illuminato patron di Podere Forte,

Pasquale Forte, illuminato patron di Podere Forte, cantina vitivinicola in Toscana che comprende anche l'Osteria Perillà. Pasquale ha finanziato i restuari della cinquecentesca cappella di Vitaleta, sempre in Val d'Orcia. Le foto sono di Gabriele Forti

Innamorarsi della Toscana è facile. Anzi facilissimo. Basta perdersi tra le dolci colline, i campi, i filari dei vigneti e i casali che rinascono. A far scoccare la scintilla concorrono i borghi medievali in cui il tempo sembra essersi fermato. Il fascino colpisce tutti e lo straniamento diventa ben presto desiderio di non allontanarsi più da una terra che cattura l’anima.

Anche Pasquale Forte, ingegnere e imprenditore di origini calabresi e dall’anima contadina, non ha resistito al fascino di questa terra e si è fermato in Val d’Orcia, i cui paesaggi sono dal 2004 patrimonio dell’Unesco. Qui, tra il monte Amiata e l’Umbria, tra cipressi e campi di grani, ha fatto tornare a nuova vita il Podere Petrucci, ribattezzandolo Podere Forte e conducendolo con una filosofia precisa innervata dall’idea che lo guida in ogni azione: «La terra ci è stata data in prestito, il nostro compito è restituirla migliore alle generazioni future».

Per restituire la terra della Val d’Orcia migliore di come l’ha trovata, Pasquale Forte ha scelto di praticare l’agricoltura biologica e biodinamica, di scommettere (a ragion veduta) sulla biodiversità affiancando a campi di grano, oliveti, vigne, alveari e l’allevamento di suini di Cinta senese, di vacche di razza chianina, pecore Suffolk e animali da cortile.

Podere Forte

Podere Forte

La vigna anfiteatro di Podere Forte

La vigna anfiteatro di Podere Forte

La cantina di Podere Forte

La cantina di Podere Forte

Filari e ulivi

Filari e ulivi

Il cuore del Podere Forte, però, è la cantina dove si producono vini del territorio da un vitigno autoctono come il sangiovese e da altre uve che il terroir toscano accoglie e nutre. Anche l’arte della vendemmia segue il ritmo della natura. Praticata a mano soltanto quando la maturazione è perfetta, senza preoccupazione alcuna che vada avanti da metà agosto fino a metà settembre. La naturalità delle pratiche agricole, però, fa il paio con la tecnologia che non soffoca, ma aiuta e completa: dalla cantina progettata su misura per evitare lo stress meccanico a uve, mosti e vino, alla sperimentazione dei droni per i trattamenti biodinamici microdiffusi.

Tra la produzione del Petrucci Orcia Doc, del Petrucci Anfiteatro Orcia Doc, del Petrucci Melo Orcia Doc, degli spumanti Ada (primo vino spumante blanc de noirs realizzato interamente con le uve sangiovese, con metodo classico) e Asya (realizzato con uve pinot nero con metodo classico rosé), l’ingegnere Forte ha legato al nome del Podere anche quello dell’Osteria Perillà, piccola perla di Castiglione d’Orcia dove lo chef Marcello Corrado trasforma i frutti della terra toscana (e non solo) in piatti dalla complessità semplice.

Marcello Corrado all'Osteria Perillà

Marcello Corrado all'Osteria Perillà

E non solo. Forte ha trovato il tempo anche di innamorarsi di un altro angolo della Val d’Orcia, la cinquecentesca cappella di Vitaleta, antico luogo di culto lungo la via Francigena. L'ha così acquistata insieme al terreno circostante dove oggi produce il grano Senatore Cappelli per la pasta che produce col marchio del Podere. E come un uomo illuminato del Medievo - periodo che in Val d’Orcia è stato segnato dalla famiglia Piccolomini e da Pio II (al secolo Enea Silvio Bartolomeo Piccolomini) che fece di Pienza la “città ideale” - ha restaurato la cappella, riportata alla semplicità di un tempo, e l'ha restituita con una cerimonia solenne al culto dei fedeli e dei pellegrini che la incontrano nel loro cammino di fede.

La cinquecentesca cappella di Vitaleta nel giorno dei festeggiamenti per i restauri ultimati

La cinquecentesca cappella di Vitaleta nel giorno dei festeggiamenti per i restauri ultimati

Gli interni restaurati della cappella

Gli interni restaurati della cappella

Ad affiancare la cappella, adesso, c’è un ristoro aperto dove si possono assaggiare tutti i prodotti del Podere Forte, dai salumi di Cinta Senese al pane fresco con la farina di grano duro Senatore Cappelli coltivato nelle stesse terre, all’olio extravergine di oliva Terre di Siena Dop e altre bontà valdorciane come l’immancabile pecorino di Pienza.

Il ristoro alla cappella di Vitaleta

Il ristoro alla cappella di Vitaleta

Ovviamente insieme ai vini del Podere Forte


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Identità Golose