10-12-2020

Petra 2017, il colore della freschezza

Francesca Moretti ha svelato il suo ultimo taglio bordolese, figlio della ventesima vendemmia della tenuta maremmana

Francesca Moretti, fondatrice e titolare di Petra

Francesca Moretti, fondatrice e titolare di Petra Wines a Suvereto (Livorno) dal 1997

Nel 1997, Francesca Moretti fece di Petra, una tenuta immensa all’interno di una riserva naturale, il luogo in cui poter realizzare un sogno. Mancata veterinaria, Francesca virò presto sugli studi di Agraria ed enologia. Dopo un viaggio illuminante a Bordeaux con il padre Vittorio, decise che avrebbe trasformato quell’appezzamento dell'Alta Maremma in uno château, base per grandi vini dal terroir unico.

Il dottor Moretti la supportò con l’acquisto di 60 ettari in località San Lorenzo e 45 a Campiglia Marittima, a Suvereto, a pochi chilometri da Piombino. Fin dall’inizio, con la consulenza del professor Attilio Scienza, l’obiettivo era uno: valorizzare le migliori zonazioni. Uno studio maniacale dei suoli per una perfetta esaltazione di  terroir. Una ricca selezione di terre argillose simili a quelle di Pomerol, patria bordolese dei mitici Merlot. Suoli che trattengono acqua per evitare lo stress idrico, nemico dei vigneti. Senza scordare l’esaltazione i suoli calcarei ideali per il Cabernet Sauvignon.

La cantina disegnata da Mario Botta

La cantina disegnata da Mario Botta

Allo stesso tempo fu chiamato il grande architetto svizzero Mario Botta per creare una cantina monumentale, inaugurata nel 2003. Avanguardia pura, tutt’oggi rappresentata sulle etichette con il profilo architettonico della cantina, un po’ come accade con i grandi tagli bordolesi, che mettono in evidenza i loro châteaux.

Un altro tema caro a Francesca Moretti è la sostenibilità. Nel 2011, per fornire energia all’intera struttura, è stato allestito un impianto fotovoltaico galleggiante, a impatto zero. È ispirato al fototropismo, ossia con incurvamento delle pietre in natura verso la luce e in senso opposto. Un meccanismo naturale di autentica sostenibilità.

I Moretti sono maestri nelle loro tenute per lo studio e la cura dei particolari e Petra non fa eccezione. La vendemmia 2017, ventesima per la tenuta, è stata, senza dubbio, siccitosa e forse la meno produttiva degli ultimi 50 anni. Questo millesimo ha visto uno scrupoloso lavoro in vigna, monitorato con un attenta gestione del suolo e delle vegetazione. Una vendemmia anticipata e rese al di sotto delle media.

Petra 2017, 70% Cabernet Sauvignon e 30% Merlot

Petra 2017, 70% Cabernet Sauvignon e 30% Merlot

Il blend è composto da 70% Cabernet Sauvignon e la parte restante di Merlot. Un vino che svela tannini piacevoli e un equilibrio perfetto tra acidità e freschezza. Al naso sale una florealità, in primis di elicriso, mentre all’assaggio emergono più evidenti alcune note aromatiche che svelano una palette da macchia mediterranea. Dal mirto al timo, e rosmarino per poi lasciare spazio alla sapidità e, sul finale, le note balsamiche. Intrigante la sequenza di sfumature ricorrenti di caffè e tostature che celano un sorso già molto equilibrato.

«Petra 2017 è un vino colorato e luminoso», afferma Francesca Moretti, «I colori scaturiscono dalla luce e non viceversa. Noi siamo con Goethe. Le uve a Petra sono illuminate da una luce che esalta i colori della natura: dal verde delle colline fino al blu del mar Tirreno, passando dalla ruggine della terra. Vorrei che in un periodo che ci vede distanti e distanziati, Petra 2017 possa rappresentare una luce che filtra nel bicchiere per ritrovare un tempo condiviso».
La cantina sotteranea

La cantina sotteranea


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Cinzia Benzi

laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione

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