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Paola, Sibilla e Angelica Bagnoli, titolari di Fattoria La Leccia, azienda vitivinicola fondata negli Settanta a Montespertoli (Firenze)
È un “rossore” che rivela rispetto: per la natura, per la storia, per se stessi. Rubedo – nome che indica la sublimazione, apice del processo alchemico per arrivare all’oro - è un vino che scandisce così il percorso della Fattoria La Leccia. Lo fa in buona compagnia - dal Leccino al Canta Grillo, giungendo fino a Sua Santità, il Vin Santo del Chianti Doc - e «secondo follia», questo l’insolito valore che incarna.
Ma occorre compiere un passo indietro, alla bellezza che si vive dentro un nome, La Leccia appunto: si ispira a un albero, il leccio, con la sua resistenza a ogni avversità e in grado di rinascere dalle radici. La “a” si posa con delicatezza nella storia di un territorio e di un’azienda. Da una parte è l’omaggio alla Madre Terra, dall’altra identifica subito la forte impronta femminile di questa azienda di Montespertoli (Firenze) fondata negli anni Settanta dai tre fratelli Bagnoli, Renzo, Sergio e Loriano, titolari del gruppo Sammontana. Oggi troviamo immerse in questa sfida (nata anche per rendere omaggio al bisnonno Romeo) proprio le tre donne della famiglia: Paola, che si è subito tuffata nel progetto di “rinascita” e segue parte agricola e cantina, Sibilla, che si occupa della comunicazione, e Angelica che si dedica alla parte amministrativa e a quella artistica. La competenza e la passione per questo lavoro di Lorenzo, fratello di Sibilla ed Angelica, completa il quadro assieme all’enologo Gabriele Gadenz.
I vigneti
Un interprete coraggioso di questa convinzione è Rubedo appunto, il primo rosato Metodo Classico Pas Dosé prodotto da uve Sangiovese in purezza. Coraggio che si lega anche alla follia, quella sana, per riprendere lo slogan accostato a quest’etichetta. Si voleva far nascere qualcosa di nuovo e sperimentare, trovare l’“oro rosa” con un’ambizione – spiega Paola Bagnoli - «diventare il simbolo della nostra fattoria e il punto di riferimento degli spumanti toscani».
L’annata d’esordio è il Millesimo 2016, l’attesa è promessa di longevità per Rubedo, che trascorre almeno 36 mesi sui lieviti: alla Fattoria La Leccia la cura delle bottiglie avviene in modo completamente manuale e prevede l’utilizzo delle pupitres. Ne esce uno spumante elegante, dalla buona spalla acida, e con un equilibrio intrigante.
La vinsantaia
Le botti
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giornalista de La Provincia, scrittrice e blogger, si occupa di economia, natura e umanità: ama i sapori che fanno gustare la terra e le sue storie, nonché – da grande appassionata della Scozia – il mondo del whisky
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